Niente pubblicità su Netflix, almeno per il momento. A smentire l’ipotesi formulata da alcune voci di corridoio è Reed Hastings, il CEO del gruppo, intervenuto in una conferenza rivolta agli investitori. È proprio chi finanzia l’attività della piattaforma a volerla spingere in questa direzione nel nome di un incremento dei profitti (considerando anche la concorrenza), ma per il numero uno non sarebbe la strada giusta da percorrere.
Il no di Netflix all’advertising
Secondo Hastings puntare sull’advertising significherebbe scontrarsi con realtà come Google, Facebook e Amazon che già da tempo operano in questo ambito. Introdurre una sottoscrizione free o scontata per chi accetta di vedere le inserzioni potrebbe inoltre influire negativamente sul numero di abbonati che nonostante il periodico aumento dei prezzi e nuovi player giunti sul mercato continua a crescere.
Abbiamo un modello di business molto più semplice che si concentra sullo streaming e sul soddisfare i clienti.
Il CEO afferma inoltre che far leva sulle pubblicità come fonte di reddito significherebbe dover immagazzinare ed elaborare più dati relativi all’attività degli utenti. Una dinamica sempre più sotto la lente di ingrandimento delle autorità a livello globale per questioni legate alla privacy. Queste le sue parole.
Non raccogliamo nulla. Siamo davvero solo concentrati sul rendere felici i nostri abbonati.
Questo non è del tutto vero: come abbiamo visto in seguito al debutto del film interattivo Bandersnatch, il servizio tiene traccia delle scelte effettuate dallo spettatore durante la visione, in via ufficiale per finalità legate esclusivamente alla personalizzazione dell’esperienza offerta e per raccogliere feedback sul funzionamento della piattaforma.