L’Argentina, insieme alla Repubblica Dominicana, a El Salvador, al Guatemala e a Honduras, ha visto in estate l’introduzione della funzione “Aggiungi una casa” per gli utenti Netflix che sono soliti condividere la password con altri. In breve, per contrastare il fenomeno che limita le entrate della società, viene chiesta una spesa aggiuntiva a chi si collega da location differenti rispetto a quella in cui si trova il proprietario dell’account. I feedback raccolti, come si poteva immaginare, non sono esattamente entusiastici.
Netflix, le conseguenze dell’esperimento in Argentina
A tornare sul tema è oggi la redazione del sito Rest of World, citando vere e proprie campagne di boicottaggio della piattaforma attuate dagli iscritti. Sui social ha preso a correre l’hashtag #ChauNetflix (#CiaoNetflix), storpiando quello #CheNetflix usato dal gruppo per una campagna di marketing nel paese.
Negli altri territori interessati dall’esperimento, il coro di proteste non si è fatto sentire allo stesso modo, almeno per il momento. In Argentina, invece, già in molti hanno scelto di cancellare l’abbonamento o di passare alla concorrenza di servizi come Disney+ o Prime Video (gratis con la formula Amazon Prime).
Sul perché l’azienda abbia scelto paesi sudamericani per questa fase di test, la risposta è piuttosto chiara. Non è chiaro se replicherà altrove.
C’è, in media, un tasso elevato di condivisione in questa area.
Ricordiamo che a breve, Netflix introdurrà la sottoscrizione supportata dalla pubblicità. Quando? Secondo le ultime voci di corridoio, potrebbe arrivare già a novembre. Sarà più economica rispetto a quella a prezzo pieno, ma forzerà gli utenti a guardare spot per la durata massima di quattro minuti ogni ora, suddivisi ovviamente in più messaggi promozionali.