Nel lungo elenco delle realtà che scelto deciso di abbandonare la Russia in seguito all’esplosione della guerra in Ucraina c’è anche Netflix. Il servizio di streaming non è accessibile nel paese (se non ricorrendo a strumenti come le VPN) da ormai più di un mese. C’è chi non l’ha presa bene, tanto da intentare una causa legale.
Russia: utenti in rivolta per l’addio di Netflix
Un gruppo di utenti delusi dalla decisione ha scelto di riunirsi e lanciare una class action, mettendo nel mirino i vertici della piattaforma. Chiesto un totale pari a 60 milioni di rubli (circa 685.000 euro al cambio attuale) come risarcimento. A riportare la notizia è l’agenzia locale RIA, citando lo studio Chernyshov, Lukoyanov & Partners come autore dell’azione.
Oggi, uno studio legale che rappresenta gli interessi degli utenti Netflix ha intentato una class action contro il servizio americano Netflix, presso il tribunale distrettuale Khamovnichesky di Mosca.
Per ora, dai vertici della piattaforma non sono giunti commenti in merito. L’accusa è quella di aver imposto una modifica unilaterale, privando di fatto gli spettatori dei diritti acquisiti alla sottoscrizione dell’abbonamento.
La ragione della causa legale è la violazione dei diritti degli utenti russi, a causa del rifiuto unilaterale da parte di Netflix di fornire i suoi servizi in Russia.
Proprio nei giorni dell’addio al pubblico russo, Netflix ha scelto di rendere disponibile per lo streaming gratuito e integrale il documentario Winter on Fire realizzato nel 2015. Eccolo.
Nel 2013, il governo ucraino ha tentato di ignorare la volontà del popolo, che era a favore di un avvicinamento all’Unione Europea. Il popolo non si è lasciato ignorare. A portarci dietro le quinte di Winter on Fire, che racconta quest’incredibile storia vera, è lo stesso regista Evgeny Afineevsky.
Tra le altre aziende che hanno abbandonato la Russia dall’inizio della cyberwar figurano nomi del calibro di sono Nokia, Intel, Bridgestone, Avast e Amazon solo per fare alcuni esempi.