Innanzitutto i numeri , a rappresentare quella che è attualmente la più imponente piattaforma per il consumo di video in Nordamerica. Netflix ha aggiunto altri 3,6 milioni di abbonati alla sua già vasta platea di utenti, che può ora contare su quasi 24 milioni di seguaci di film e serial televisivi .
Circa il 70 per cento in più rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno. L’ultima trimestrale di Netflix ha parlato chiaro: 719 milioni di dollari di fatturato complessivo , il 46 per cento in più rispetto agli inizi del 2010. Ma c’è un altro dato che ha attirato le attenzioni degli osservatori: il gigante del cavo Comcast aveva chiuso lo scorso anno con 22,8 milioni di abbonati .
Che Netflix sia negli anni diventato il vero, grande nemico dei principali broadcaster a stelle e strisce? Reed Hastings – attuale CEO del servizio specializzato in videonoleggio – sembra pensarla diversamente , descrivendo Netflix come una piattaforma complementare e non sostitutiva dei giganti statunitensi della TV via cavo .
La tesi sostenuta da Hastings è tra le più immediate, spiegata dal CEO in una lettera ai vari azionisti e successiva agli ultimi risultati trimestrali. Gli abbonati di Netflix verrebbero in sostanza attirati dai primi episodi di una determinata serie TV, prima di finire (meglio, finirla) sulle nuove programmazioni di giganti come Viacom e Disney.
Hastings ha dunque citato Spartacus come esempio lampante a sostegno della sua tesi. La serie avrebbe garantito al canale Starz grandi ascolti, nonostante la messa in onda su Netflix a poche ore dalla prima visione via cavo. O, nella visione del CEO di Netflix, proprio grazie al successo ottenuto da Spartacus sulla popolare piattaforma a stelle e strisce.
Mauro Vecchio