Netflix Inc., la principale rete televisiva online del mondo ha annunciato il suo prossimo sbarco in Italia e si prepara ad affrontare la sfida dei concorrenti locali. Estendendo la sua presenza nel frammentato ma ambito mercato europeo.
Anticipato da mesi, l’atteso esordio è in realtà ormai alle porte: il prossimo ottobre è la data scelta per dare il via alla campagna d’abbonamenti d’Italia, che permetterà agli utenti nostrani l’accesso ad una vasta selezione di serie tv, film in alta definizione e Ultra HD 4K. Netflix si proporrà in italia ad un costo di 7,99 euro al mese : una cifra praticamente identica a quella offerta negli Stati Uniti.
A rimboccarsi le maniche per resistere alla concorrenza dell’operatore che conta 60 milioni di abbonati in 50 diversi paesi (di cui 40 milioni solo negli Stati Uniti) saranno servizi concorrenti come Chili, Tim Vision, iTunes e Google Play Film o servizi dipendenti da canali satellitari, come Sky Online e Mediaset Infinity , entrambe con un costo di circa 9,99 euro al mese ( con Sky che offre i primi 6 mesi a 6,99 Euro e Mediaset che esclude dall’abbonamento l’offerta “Prima Fila” acquistabile a parte in streaming on demand).
La sfida a Netflix, peraltro, potrebbe dare nuova linfa all’ inconsueta idea di alleanza tra Rai, Mediaset e La7 : il progetto, che dovrebbe svilupparsi nell’alveo della piattaforma TivùOn, punta ad accorpare in un’ offerta on demand gratuita per le Smart TV ed offerta satellitare le loro produzioni .
Netflix, peraltro, dovrà vedersela anche con le complicazioni della normativa italiana e comunitaria: in particolare appare da districare la questione della geolocalizzazione.
Per quanto i progetti europei di sviluppo del mercato digitale unico passino anche per l’abolizione del cosiddetto geoblocking (che impedisce ad un cittadino di un diverso stato membro di accedere all’offerta di contenuti protetti da diritto d’autore rilasciati in un altro Stato membro) e per la conseguente armonizzazione del diritto d’autore, all’interno dell’Unione Europea non vi è ancora un mercato unico dei prodotti audiovisivi e digitali: i principi dell’esaurimento nazionale e non comunitario dei diritti permettono infatti ai detentori degli stessi di decidere in quali paesi distribuirli, bloccandone il consumo negli altri.
Si tratta d’altra parte di un blocco che rimane fortemente voluto dai detentori dei diritti, in particolare dai distributori, che premono per mantenere il controllo sulle proprie opere, monetizzando al massimo il loro rilascio su base nazionale: proprio per questo in più occasioni Netflix si è già trovata ad affrontare la questione delle tecnologie messe a disposizione per bloccare la fruizione transfrontaliera dei propri contenuti e per questo ora la Commissione europea sta cercando di combattere le posizioni dei distributori e gli accordi di licenza che spezzettano il mercato degli audiovisivi, da ultimo con una lettera di protesta scritta direttamente ai grandi produttori 20th Century Fox, Warner Brothers, Sony Pictures, Paramount e NBCUniversal, nonché alle emittenti satellitari come Sky.
La pressione di soggetti come Netflix, sempre più ricchi di contenuti propri, potrebbe sospingere il cambiamento anche in Italia ed in generale nel Vecchio Continente permettendo lo sviluppo progressivo della tv on demand e del mercato europeo degli audiovisivi: recentemente Netflix è riuscita a distinguersi non solo per l’ampio ed aggiornato catalogo on demand ma anche per le produzioni originali come da ultimo le serie televisive Marvel’s Daredevil, Sense8, Bloodline, Grace and Frankie, Unbreakable Kimmy Schmidt e Marco Polo ed in passato era sembrata interessata ad opporsi al geoblocking.
Claudio Tamburrino