Antilopi in corsa sollevano polvere sotto un ponte della ferrovia del Qingzang : una foto propagandistica del regime per far ingollare agli ambientalisti l’amaro boccone della monumentale infrastruttura. Antilopi posticce, ha puntato il dito la società civile digitale. Antilopi posticce, hanno riconosciuto mestamente i media sui quali la foto era stata pubblicata.
La foto avrebbe dovuto essere un’icona di una Cina moderna e attenta all’ambiente. CCTV , l’emittente televisiva di stato, l’aveva premiata come miglior foto dell’anno nel 2006, proprio nel momento in cui si stava concludendo la costruzione della ferrovia, oltre 2,5 miliardi di euro per un impatto ambientale potenzialmente devastante per gli ecosistemi incontaminati che i suoi binari fendono. Una dimostrazione esemplare del fatto che le antilopi, elette a simbolo dei prossimi giochi olimpici, proliferano sull’altopiano tibetano, convivono in armonia con il nuovo che avanza.
L’immagine è opera del fotografo Liu Weiqing: interminabili peregrinazioni in Tibet gli avevano consentito di immortalare il galoppare delle antilopi in concomitanza dello sfrecciare del treno. L’immagine era rimbalzata sui media locali, era esposta ovunque, si moltiplicava in rete. E proprio un netizen, appassionato fotografo colpito dall’immagine, ha svelato il trucco: l’opera di Liu Weiqing è un collage , ritoccato sapientemente con un programma per l’editing fotografico.
Lo rivela una linea sospetta nella parte bassa della fotografia, ha spiegato dajiala , il primo a smascherare l’inganno. Alla sua rimostranza è seguita una sollevazione in rete : chi ha analizzato la corsa composta del branco di antilopi e ne ha sottolineato l’incompatibile tranquillità con lo sferragliare del treno, chi ha sottolineato come alcune delle antilopi fossero gravide, fatto altamente improbabile per il periodo dell’anno nel quale avrebbe dovuto essere stata scattata la foto.
Il fotografo ha chinato il capo , ha ammesso il trucco: la foto sono state sovrapposte a mezzo Photoshop. Liu Weiqing ha ammesso contrito di non essere degno di continuare nella propria carriera e ha rassegnato le dimissioni dal giornale presso cui lavorava, dimissioni seguite da quelle del direttore responsabile.
Viste le proteste dei cittadini della rete, è toccato poi ai media di stato chinare il capo , come responsabili della celebrazione della fotografia: l’agenzia di stampa di stato Xinhua ed altri periodici che avevano dato spazio alla foto si sono scusati con i cittadini .
“Stiamo tutti sbagliando a focalizzare la questione – ha avvertito Wang Yangbo, redattrice di un quotidiano di Hong Kong – I fotografi non contano nulla in queste dinamiche”. Che la foto fosse stata sollecitata dal governo o fosse frutto dell’ambizione di Liu Weiqing è ancora oggetto di discussione.
Gaia Bottà