Mountain View (USA) – Dunque tutto vero. La notizia balzata alle cronache qualche settimana fa sull’onda della caccia allo “spyware”, il software spione, è stata confermata dalla stessa AOL , che ora ammette: “Il nostro modulo SmartDownload monitorava e loggava sul nostro server le informazioni riguardanti tutti i download effettuati dai nostri utenti”.
Il primo a sollevare il problema era stato un fotografo e webmaster del New Jersey, Christopher Specht, che nel giugno scorso aveva denunciato AOL, attuale proprietaria di Netscape Communications. Da allora il colosso americano non ha fatto che collezionare querele ed ora rischia una pena di 10.000 dollari per aver contravvenuto allo Electronic Communications Privacy Act (ECPA).
AOL, che ha finalmente provveduto ad eliminare il componente sotto accusa dal suo browser, giustifica il suo operato sostenendo che i dati inviati dallo SmartDownload ai suoi server non solo non sono mai stati utilizzati, ma servivano esclusivamente come backup per la funzione “resume”, che permette di recuperare lo stato del download in caso di interruzione della connessione.
Sia come sia, le scuse di AOL sembrano arrivare un po ‘ fuori tempo massimo ed in un periodo nel quale gli spioni sono ormai nel centro del mirino di utenti ed avvocati.