Marc Andreessen, team leader del seminale progetto Mosaic (il primo browser web della storia dei PC) e cofondatore di Netscape, sta per tornare sulla scena della “web economy” con un nuovo browser. Negli anni ’90, prima che Microsoft cominciasse a integrare Internet Explorer su Windows, (Netscape) Navigator riuscì a conquistare il 90 per cento di un mercato che quasi non esisteva, e anche se attualmente un tale obiettivo sembra un po’ fuori tiro per chiunque, la nuova avventura di Andreessen dovrebbe conservare la stessa tendenza alla grandeur tecnologica. Con un risultato finale, si spera, all’altezza delle aspettative .
L’entrata in gioco del principale protagonista del mondo dei sistemi operativi costrinse infatti Netscape a rilasciare il codice sorgente di Navigator per poi sparire dalla scena, con l’eredità tecnologica e “morale” della società ripresa in seguito e portata a grandi risultati da Mozilla. Nel frattempo Andreessen ha passato il tempo a investire nelle aziende della Silicon Valley, ma ora che – a suo dire – software come Firefox e IE hanno detto tutto quello che avevano da dire c’è spazio per un progetto scritto e ideato completamente ex-novo, un browser che non sia il risultato di una stratificazione successiva di modifiche come i suddetti Firefox e IE.
La società finanziata da Andreessen si chiama Rockmelt , e tra le poche informazioni note risulta il fatto che il nuovo browser impiegherà un framework di rendering completamente inedito , il primo sviluppato in oltre un decennio dopo che gli engine Trident (IE), Gecko (Firefox) e Webkit (Chrome, Safari) si sono (equamente?) spartiti i browser e il mercato.
“C’è ogni genere di cosa che si può fare in maniera differente se costruisci un browser dall’inizio”, dice Andreessen, che grazie a Rockmelt si riunisce ai sui vecchi colleghi Tim Howes (ex CEO di Netscape) e Eric Vishria per mettere di nuovo insieme “un ottimo team” di lavoro. Che il team sia ottimo non c’è dubbio, a essere invece incerta è la possibilità che un nuovo browser, in uno zoo già sovraffollato di volpi, bussole, vocali giganti e palle multicolorate abbia qualcosa di davvero interessante da dire.
A parte il nuovo engine, infatti, i presupposti di “novità” che anima Rockmelt non sono affatto diversi da quelli che hanno portato al rilascio di Google Chrome. Quest’ultimo non è sin qui andato oltre qualche risicato punto percentuale , mentre la “vecchia” schiacciasassi Webkit/Firefox continua la sua ascesa trionfale a detrimento del pur sempre diffusissimo Internet Explorer.
Alfonso Maruccia