Elon Musk ha condiviso sul proprio social network l’immagine di Geordi La Forge, ufficiale della Flotta Stellare di Star Trek. Cieco dalla nascita, indossa il VISOR, un dispositivo che si interfaccia direttamente con il nervo ottico. Il motivo? Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration ha etichettato Blindsight di Neuralink come un dispositivo rivoluzionario
, nell’ambito del Breakthrough Devices Program.
Blindsight di Neuralink: FDA approva
Come si può intuire dal nome, si tratta di un progetto finalizzato a restituire la vista a chi ha perso entrambi gli occhi e il nervo ottico
, a patto che la corteccia visiva sia intatta. Anche chi non ha mai avuto modo di osservare il mondo che lo circonda, soffrendone dalla nascita, potrà trarne beneficio, grazie a un impianto neurale in grado di elaborare gli stimoli visivi esterni e di comunicare direttamente con le aree del cervello deputate. O almeno, questa è la promessa.
Neuralink (già responsabile del progetto Telepathy), con un post su X, ha aperto la lista d’attesa alla ricerca di volontari intenzionati a partecipare alla fase di sperimentazione.
Musk ha poi definito una sorta roadmap per lo sviluppo e il miglioramento di Blindsight.
Per impostare correttamente le aspettative, la visione sarà inizialmente a bassa risoluzione, come la grafica Atari, ma col tempo avrà il potenziale di essere migliore della vista naturale e consentirà di vedere nelle lunghezze d’onda infrarosse, ultraviolette o persino radar, come Geordi La Forge.
Il riconoscimento assegnato da FDA non dev’essere mal interpretato. Individua i progetti meritevoli di attenzione e potenzialmente in grado di offrire un beneficio concreto. Da qui al loro impiego su larga scala, però, dovrà necessariamente trascorrere molto tempo, scandito da studi, certificazioni e test.
L’iniziativa è stata descritta nei mesi scorsi. Una prima sperimentazione è già stata condotta sugli animali, ottenendo risultati ritenuti soddisfacenti, restituendo almeno in parte la vista a scimmie colpite da cecità. Non tutti condividono però l’entusiasmo di Musk: uno studio pubblicato in agosto afferma l’impossibilità di farlo, almeno allo stato attuale della tecnologia.