Arriva oggi un’ennesima dimostrazione dei progressi ottenuti dal progetto Neuralink, il cui obiettivo è quello di dar vita a un’interfaccia neurale sufficientemente avanzata da poter mettere in comunicazione il cervello e un calcolatore. Pubblicato il video di un macaco che gioca a Pong, a testimonianza della veridicità di quanto dichiarato a inizio febbraio.
Una demo per Neuralink con il macaco Pager
Pager, questo il nome del primate di nove anni, prima interagisce con un joystick spostando un cursore sullo schermo al fine di ottenere come ricompensa del gustoso succo di banana, poi fa altrettanto, ma utilizzando esclusivamente (e inconsapevolmente) le proprie onde cerebrali: sebbene continui a muovere il braccio e la mano, il cavo del controller è scollegato.
Oggi abbiamo il piacere di svelare la capacità di Link nel rendere un macaco, chiamato Pager, capace di muovere un cursore sullo schermo di un computer con la sola attività neurale, utilizzando un elettrodo impiantato per registrare e trasmettere i dati al dispositivo N1 Link.
In un secondo filmato è possibile vedere gli input provenienti dal cervello di Pager ogni 25 millisecondi e registrati dal chip durante la sessione di gioco. Neuralink ha battezzato la tecnologia BMI o Brain-Machine Interface.
Abbiamo impiantato Link nelle aree che interessano mano e braccio della corteccia motoria, una parte del cervello coinvolta nella pianificazione e nell’esecuzione dei movimenti. Lo abbiamo fatto in modo bilaterale: uno a sinistra per controllare i movimenti della parte destra del corpo e un altro a destra per la parte sinistra.
L’impiego di animali nella fase di sperimentazione della tecnologia ha fatto storcere il naso a molti. Neuralink è intervenuta più volte sul tema, garantendo che non viene esercitata alcuna forma di violenza. Lo ha fatto anche nell’agosto scorso con la condivisione di questo filmato.
Per cosa potrà tornare utile un sistema di questo tipo? In primis per restituire autonomia e libertà d’azione a coloro che in conseguenza a traumi o patologie hanno subito una compromissione della mobilità. Un obiettivo di più lungo termine è quello di creare una sorta di ponte tra il cervello e l’intelligenza artificiale, in modo che le due componenti, una organica e l’altra digitale, possano convivere in modo simbiotico.
La mente dietro il progetto è quella di Elon Musk, lo stesso visionario che vuol portare il genere umano su Marte nonché la seconda persona più ricca del pianeta.