Gli sbalorditivi progressi della medicina odierna sono una fonte di speranza per molti pazienti affetti da disabilità motorie incurabili, come la paralisi degli arti o la cecità. Così, quando Elon Musk ha fondato Neuralink per creare un impianto cerebrale rivoluzionario, molte persone si sono offerte volontarie per ricevere il chip il prima possibile.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: uno dei primi pazienti è ora in grado di fare una partita a scacchi o di giocare ai videogiochi come Mario Kart con il pensiero. Un successo senza precedenti in questo campo.
Blindsight, il chip impiantabile nel cervello pensato per dare la vista ai ciechi
Allo stesso tempo, il magnate di Tesla ha annunciato Blindsight. Derivato da Neuralink, l’obiettivo di questo chip è esplicito: restituire la vista a chi l’ha persa. I primi esperimenti sulle scimmie sono stati positivi, se dobbiamo credere alle affermazioni di Musk. E si spinge oltre, indicando che col tempo il chip potrebbe addirittura “superare la visione umana“. Questa affermazione è stata ora messa in discussione dagli scienziati.
L’impianto Neuralink non restituirà la vista alle persone non vedenti
Pubblicato sulla rivista Nature, lo studio condotto dai ricercatori americani Ione Fine e Geoffrey M. Boyton dimostra che siamo ancora lontani dalla rivoluzione annunciata dal CEO di Tesla e SpaceX. In effetti, Elon Musk parte da una premessa sbagliata. Contrariamente a quanto pensa, impiantare milioni di minuscoli elettrodi nella corteccia visiva non produrrà una visione ad “alta definizione“. Per dimostrarlo, Fine e Boyton hanno creato un paziente virtuale utilizzando dati animali e umani per verificare gli effetti del chip Blindsight.
I risultati mostrano che un elettrodo non è l’equivalente di un pixel, ma piuttosto di un neurone, nella migliore delle ipotesi. Per esempio, mentre un video di un gatto composto da 45.000 pixel è perfettamente chiaro, un essere umano con 45.000 elettrodi nella corteccia visiva vedrebbe solo forme indistinte.
La resa della vista è molto più complessa di quanto Neuralink affermi. “Anche per ottenere la tipica visione umana, non solo si dovrebbe allineare un elettrodo con ogni cellula della corteccia visiva, ma anche stimolarla con il codice appropriato“, spiega Ione Fine. L’autore consiglia quindi a Elon Musk quindi non farsi prendere troppo dall’entusiasmo, per non dare false speranze alle persone interessate.