Dopo il via libera da parte della Food and Drug Administration ottenuto nei mesi scorsi, Neuralink è pronta a iniziare la fase di test sull’essere umano. Ad annunciarlo è la stessa società, fondata nel 2016 da Elon Musk (e da Max Hodak, uscito dal progetto nel 2021) con l’obiettivo di creare un’interfaccia wireless tra il cervello e una macchina. In gergo è definita BCI, brain-computer interface. La finalità dichiarata è quella di restituire autonomia a coloro colpiti da traumi o gravi patologie.
Il test sull’essere umano di Neuralink durerà sei anni
L’installazione dell’impianto cerebrale N1 è affidata al robot R1 progettato appositamente con questa finalità. Si tratta di una componente invisibile dal punto di vista estetico e che va a posizionarsi nell’area delegata al controllo del movimento. In breve, la finalità è quella di permettere il controllo di dispositivi esterni attraverso il pensiero. Per farlo, si passa da un’applicazione che decodifica le intenzioni di chi ne fa uso.
Al momento, l’iniziativa è rivolta solo ai cittadini residenti negli Stati Uniti e con almeno 18 anni di età che presentano uno dei seguenti problemi: quadriplegia, paraplegia, perdita della vista o dell’udito, incapacità di parlare o amputazione di un arto. Ecco quanto si legge in un post su X appena condiviso.
Siamo entusiasti di annunciare che è aperto il reclutamento per il nostro primo studio clinico sull’essere umano! Se soffri di quadriplegia a causa di una lesione del midollo spinale cervicale o di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), potresti essere idoneo.
L’intervento rimanda poi alle pagine del blog ufficiale per ottenere maggiori informazioni ed eventualmente manifestare il proprio interesse a entrare nel programma battezzato PRIME Study (l’acronimo indica Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface).
Fino a oggi, l’efficacia della tecnologia messa a punto da Neuralink è stata sperimentata sugli animali. È il caso del macaco Pager durante le partite a Pong.
La società non ha reso noto quante persone saranno coinvolte nello studio clinico. Ha però svelato la durata prevista: saranno necessari circa sei anni per giungere al completamento.