Ad aprire per primi il fuoco erano stati i vertici di Verizon, in risposta al pacchetto natalizio recapitato dalla Federal Communications Commission (FCC) ai vari carrier della Rete. L’operatore statunitense aveva infatti annunciato l’intenzione di trascinare in aula la commissione guidata dal chairman Julius Genachowski, rea di aver addirittura abusato del proprio potere in materia di net neutrality .
Verizon sembra ora aver trovato i primi alleati , a cominciare dal carrier Metro PCS Communications, quinto tra i più grandi operatori mobile in terra statunitense. L’azienda di Dallas ha così deciso di combattere in tribunale le regole introdotte a dicembre da FCC, aderendo in toto alle posizioni già adottate da Verizon. FCC non avrebbe mai avuto l’autorità legale per diramare una serie di disposizioni sulla gestione del traffico web .
Una decisione che potrebbe non piacere affatto ai vari sostenitori della neutralità della Rete, già scagliatisi contro i vertici di Metro PCS per una serie di sostanziali modifiche ai piani tariffari relativi ai suoi network 4G. Metro PCS aveva annunciato due nuovi abbonamenti mensili, al rispettivo costo di 50 e 60 dollari . Soldi da pagare per ottenere un accesso premium a determinati servizi online .
In altre parole, il carrier texano avrebbe facilitato lo streaming e il download di contenuti dietro il pagamento di 20 dollari aggiuntivi. La sottoscrizione base di 40 dollari avrebbe garantito agli utenti l’accesso universale al web, senza la possibilità di sfruttare servizi come la corporate mail od ottenere 1GB di traffico dati aggiuntivo. La sottoscrizione premium di 60 dollari avrebbe invece garantito download più veloci e di qualità .
Verizon e Metro PCS hanno ora lanciato il guanto di sfida alla regolamentazione voluta da FCC, forse ignorando un particolare dettaglio del pacchetto introdotto dalla commissione. Tutti i carrier mobile avrebbero infatti ricevuto un trattamento più morbido in materia di neutralità, di fatto non obbligati a sottostare al principio di non discriminazione dei vari traffici del web . Una predisposizione che aveva scatenato non poche polemiche tra i sostenitori della net neutrality .
Nel frattempo, i senatori statunitensi Maria Cantwell e Al Franken hanno proposto una revisione delle regole introdotte da FCC, passando direttamente per il Title II del Communications Act del 1934. Il disegno di legge ora noto come Internet Freedom, Broadband Promotion, and Consumer Protection vorrebbe obbligare i vari provider a collaborare per una gestione equa del traffico , con eventuali sanzioni decise sulla base dei reclami presso FCC dei consumatori a stelle e strisce.
Mauro Vecchio