Il fondatore di Amazon ha svelato i piani futuri di Blue Origin, la start-up “spaziale” fondata per rincorrere il business di SpaceX e che ora pianifica addirittura di superare NASA in quanto a capacità di trasporto sia per le missioni con astronauti umani che per quelle robotiche.
Blue Origin’s next step…meet New Glenn #NewGlenn #GradatimFerociter pic.twitter.com/p4gICKZRfi
– Jeff Bezos (@JeffBezos) 12 settembre 2016
Il futuro prossimo di Blue Origin si chiama dunque New Glenn , razzo-vettore battezzato in onore di John Glenn – il primo astronauta americano a compiere un’orbita completa attorno alla Terra – e dotato della capacità di tornare al suolo con atterraggio verticale per poter poi essere riutilizzato nella missione successiva.
Progettato per trasportare carichi da due o tre stadi, nella sua configurazione più “estrema” New Glenn avrà un’altezza di quasi 100 metri – non molto distante dal potentissimo Saturn V che ha portato l’uomo sulla Luna – e una spinta minima (nella sua versione a due stadi) pari a circa 1.700 milioni di chilogrammi. New Glenn rivaleggerà alla pari con Falcon Heavy , il vettore di prossima generazione su cui è al lavoro la SpaceX di Elon Musk.
Stando a quanto sostiene Bezos, il nuovo razzo sperimenterà il suo primo lancio da Cape Canaveral entro la fine di questa decade , monterà un motore Blue Engine 4 (BE-4) e nella sua variante a tre stadi avrà la capacità di spedire missioni “impegnative” oltre l’orbita bassa della Terra.
L’annuncio di Bezos è sorprendente per molti motivi, a cominciare dal fatto che fin qui Blue Origin può contare sul traguardo storico del primo razzo lanciato e poi tornato al suolo intatto con New Shepard ma non ha “tacche” da segnare nelle missioni sul campo, diversamente dalla concorrente SpaceX.
Di suo, il fondatore di Amazon può contare su una ricchezza personale senza precedenti – 60 miliardi di dollari, il terzo o quarto uomo più ricco del mondo – e su un’ambizione smodata, che per quanto riguarda lo spazio include “milioni di persone” che in un futuro non troppo lontano vivranno e lavoreranno oltre l’orbita terrestre. New Glenn “scalerà” verso l’alto (letteralmente) le tecnologie già sperimentate con New Shepard a cominciare dal motore BE-3, e secondo Bezos le dimensioni extra-large del nuovo vettore permetteranno un bilanciamento molto meno problematico durante il ritorno al suolo.
Alfonso Maruccia