Il New York Times ha risposto alle accuse di OpenAI relative al presunto bug sfruttato per avere le prove della violazione di copyright. L’editore ha depositato una mozione per chiedere al giudice di continuare l’esame del caso, nonostante la richiesta dell’azienda guidata da Sam Altman (come ha fatto anche Microsoft).
Non è stato usato nessun hack
Il New York Times ha denunciato OpenAI e Microsoft per aver utilizzato gli articoli del quotidiano durante l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale generativa. Quando l’utente chiede informazioni su determinati argomenti, ChatGPT e Copilot rispondono con estratti parola per parola degli articoli. In pratica si tratta di una chiara violazione del copyright.
OpenAI ha accusato il New York Times di aver “manipolato” il modello, sfruttando un bug per ottenere le risposte desiderate. Secondo l’azienda californiana, il NYT avrebbe effettuato migliaia di tentativi per generare risultati anomali e dimostrare la violazione del diritto d’autore.
L’editore ha respinto le accuse, affermando di aver solo inserito prompt con le prime parole o frasi degli articoli. ChatGPT permette inoltre di aggirare il paywall, quindi gli utenti possono leggere gli articoli senza pagare l’abbonamento. Nel documento presentato dal NYT viene citato il plugin Browse with Bing introdotto a fine maggio 2023.
Il plugin è stato temporaneamente disabilitato all’inizio di luglio 2023 perché mostrava gli articoli del NYT dietro il paywall, quando l’utente inseriva il link come prompt (il plugin è stato riattivato a fine settembre). L’editore aveva segnalato il problema a OpenAI ad aprile 2023. Il NYT chiede quindi al giudice di non accettare la richiesta, in quanto le accuse di OpenAI sono false.