Al lancio del suo paywall , il colosso editoriale New York Times Co. era stato bersagliato dalle critiche. Troppo alto il prezzo dell’abbonamento, poco efficace il meccanismo predisposto per impedire la consultazione gratuita degli articoli. A chi prevedeva una fortissima emorragia di lettori, il quotidiano statunitense ha ora risposto con l’evidenza più inconfutabile: i numeri .
Quasi mezzo milione di abbonamenti dalla scorsa estate , per i vari livelli d’accesso alle notizie dell’ International Herald Tribune e dello stesso New York Times . Risultati che sembrano soddisfare il CEO Arthur Sulzberger Jr, dopo “un anno di grandi trasformazioni” per uno dei quotidiani più prestigiosi del mondo.
Quale occasione migliore per annunciare il drastico taglio nel numero di articoli gratuiti consultabili ogni mese dagli utenti? Dai 20 iniziali si passerà ora a 10, la metà, a partire dal prossimo aprile . L’obiettivo pare chiaro: spingere altri lettori verso la muraglia a pagamento eretta nel 2011.
Come noto, gli utenti avranno a disposizione varie offerte, a seconda del numero di dispositivi legati alle proprie esperienze di lettura. Dai 15 dollari al mese con le app su smartphone ai 20 dollari con le app su tablet . E per le prime 4 settimane, i nuovi lettori potranno pagare soltanto 99 centesimi di dollaro.
Vari gli interrogativi posti dagli osservatori: riusciranno gli abbonamenti del NYT ad arginare l’emorragia continua della pubblicità cartacea? Nello scorso anno, l’Università del Michigan aveva previsto un flusso del valore complessivo di 20,7 miliardi di dollari . Il punto più basso registrato dal settore dalla grande inflazione del 1951.
Mauro Vecchio