Un nutrito documento di circa 20 pagine, recentemente inviato all’attenzione della Federal Trade Commission (FTC) statunitense. A scriverlo, Pablo Chavez, a capo delle public policy di Google. Un lungo commento, che ha così espresso quello che è il parere di BigG su un precedente documento con cui FTC aveva voluto dare il via ad un dibattito il più possibile efficace.
Tema principale, la possibile adozione di alcune nuove strategie a supporto di una nuova idea di giornalismo negli Stati Uniti. Oltre che di una maniera plausibile di reinventare un mestiere e allo stesso tempo un’industria. Che – secondo FTC – sarebbe tuttora minacciata da vari parassiti del web, dai motori di ricerca ai news aggregator .
“Siamo d’accordo sul fatto che Internet abbia posto delle sfide agli editori – ha spiegato Chavez in un post sul blog ufficiale di BigG – ma è anche vero che ha offerto loro anche delle opportunità”. Chavez ha quindi sottolineato come le soluzioni più efficaci alle varie problematiche legate al giornalismo debbano restare in ambiti strettamente economici .
Questo in risposta ad alcuni suggerimenti emersi nel documento di FTC, che aveva pensato a nuove regolamentazioni a livello giuridico per tutelare il futuro dei giornali a stelle e strisce. Tra queste, un possibile inasprimento delle leggi sul copyright , oltre che – secondo alcuni – la costituzione di una sorta di zona franca per i vari editori, così liberi di fare cartello e imporre dei costi per lo sfruttamento dei contenuti da parte dei vari motori di ricerca.
E si tratterebbe di pensieri pericolosi, almeno a parere di Google, che ha infine ricordato a FTC quanto sia importante la tutela (costituzionale) della libertà d’informazione. La soluzione al problema passerebbe allora per le strategie da attuare nell’ambito del mercato e non attraverso una riformulazione delle leggi sul diritto d’autore.
Mauro Vecchio