I piccoli editori online avranno presto una nuova soluzione a disposizione, un nuovo pacchetto di strumenti che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe consentire alla piccola editoria locale o a piccole testate verticali di poter fare quello che sanno: scrivere, creare, produrre. La meritevole proposta è quella di WordPress.com in partnership con Google, Lenfest, ConsenSys e la fondazione Knight: si chiama Newspack e si presenta come una sorta di servizio Premium basato su WordPress.
Newspack
Sebbene al momento non sia ancora chiaro cosa Newspack offra esattamente agli editori, le finalità sono invece state esplicitate: l’obiettivo è quello di rendere sostenibile questo modello di giornalismo, tanto prezioso e tanto in difficoltà. Non si promette maggiori introiti agli editori, ma si promette la possibilità di ridurre i costi: Newspack dovrebbe costituire in sostanza una piattaforma immediatamente accessibile, aggiornata, sicura ed efficiente per poter pubblicare i propri contenuti. Il costo si aggira sui 1000-2000 dollari al mese, cifra che si immagina comprensiva di tutta una serie di elementi per i quali occorrerebbe altrimenti pagare con tempo, risorse umane e risorse economiche.
Nel progetto sono stati riversati ad oggi 2,3 milioni di dollari (1,2 dei quali provenienti dalla Google News Initiative) ed il sito è online per raccogliere i primi candidati che intendono sperimentare la piattaforma in questa fase di beta test – il cui inizio è previsto entro il mese di luglio. Quello che il team Newspack chiede per poter accettare i candidati sono il preferenziale uso di WordPress (o l’intenzione di trasferirvi i propri contenuti in tempi brevi), l’attività giornalistica continuativa, la produzione di contenuti testuali in quantità, un chiaro successo già conseguito – o le promesse in fieri di una startup – e pochi altri requisiti. Il profilo del cliente potenziale è pertanto chiaro: piccoli editori che producono contenuti originali, foraggiando con le proprie risorse ed il proprio impegno l’idea salubre di un giornalismo costruito sul campo, incentrato sulla qualità e necessitante di trovare un nuovo equilibrio economico per poter essere quantomeno sostenibile.
Il valore è (sarà) nei dettagli
Solo i dettagli potranno esplicare la bontà del progetto al di là della bontà dell’idea e dei principi enunciati. La riduzione delle risorse necessarie per lo sviluppo e la gestione tecnica dei siti è sicuramente una sforbiciata ai costi ed una accelerazione allo sviluppo, ma al tempo stesso sembra essere un compromesso al ribasso in termini di identità, di creatività e di ricerca. Un modo per ridurre le barriere all’ingresso: questo il pregio principale dell’iniziativa, dopodiché i progetti di reale valore potranno eventualmente nuove strade anche dal punto di vista tecnico.
Google ha un triplo interesse in questo progetto. Anzitutto foraggia un tipo di contenuti di grande utilità poiché rappresentano l’ingrediente più prezioso per i propri algoritmi (Google News, ma non soltanto); inoltre poiché potrebbe avere un ulteriore canale privilegiato sul quale promuovere il progetto “amp”; infine poiché potrebbe avere nuovi interlocutori con contenuti di qualità ai quali offrire il proprio AdSense.
Newspack da solo è sufficiente per dare alla piccola editoria quell’aiuto necessario per la sopravvivenza? Forse no, ma in tempo di carestia ogni omaggio è risorsa vitale. E potrebbe inoltre essere un segno importante nei confronti di chi produce contenuti da parte di chi trae lucro dalla loro gestione attraverso algoritmi, advertising e aggregatori. Gli ottimisti potranno vedere una inversione di tendenza; i pessimisti lo interpreteranno come un ennesimo tentativo di industrializzare il mondo dell’editoria in favore di specifici canali di advertising; pragmaticamente, toccherà ai singoli editori valutare le promesse di Newspack per calibrarne il giudizio sulle proprie necessità.
Uno strumento in più, peraltro basato sulle garanzie rappresentate da WordPress e dalla benedizione di Mountain View, non potrà che avere valenza positiva: come stimolo, se non altro, in attesa di ulteriori sforzi nella direzione dell’editoria di valore.