Il ruolo svolto dal pubblico dominio sarebbe oggi di vitale importanza, mentre sia la Rete che le tecnologie digitali permettono agli utenti di accedere ad un universo culturale condiviso e ridistribuito. Così il Public Domain Manifesto , documento recentemente pubblicato online per ricordare a cittadini e istituzioni la necessità di difendere un territorio di tutti dalle lunghe mani del copyright.
A lanciare l’iniziativa, il progetto europeo COMMUNIA , coordinato dal Centro NEXA su Internet & Società del Politecnico di Torino. Un manifesto che cerca di riaffermare l’importanza del pubblico dominio nelle cosiddette società della conoscenza, per sottolineare quanto sarebbe anacronistica la progressiva estensione dei termini del diritto d’autore nell’era di Internet .
“Il pubblico dominio, così come noi lo intendiamo, garantisce una ricchezza di libera informazione – si legge nel preambolo al documento – libera dalle barriere all’accesso o al riutilizzo da parte degli utenti. Riutilizzo spesso limitato dalla protezione del copyright”. Un pubblico dominio inteso come materiale grezzo su cui costruire sempre nuove opere dell’ingegno.
Tutelare la sua natura – secondo il Public Domain Manifesto – costituirebbe un requisito essenziale per tutelare i principi dell’ articolo 27 della Dichiarazione universale dei diritti umani . “Ognuno ha il diritto di partecipare liberamente alla vita culturale della sua comunità, di godere delle arti e di condividere i benefici provenienti dal progresso scientifico”.
Il documento si affianca a quella che è stata la giornata del pubblico dominio , celebrata per indicare il giorno in cui ogni anno le opere di svariati autori e artisti cessano di essere coperte dal diritto d’autore. In genere, 70 anni dopo la morte dell’autore stesso. Una durata che, stando agli autori del Manifesto, sarebbe pressoché infinita, in particolare nell’era della Rete.
Questo perché grazie a Internet il concetto di pubblico dominio si sarebbe ampliato, in particolare tenute presenti le varie forme di accesso open alla conoscenza, come le opere rilasciate con una licenza di tipo Creative Commons. Il riferimento – all’interno del documento – è a tutte quelle opere i cui detentori dei diritti optano per il sentiero della libera condivisione.
Tra i firmatari del Public Domain Manifesto ci sono intellettuali come Lawrence Lessig della Harvard University e organizzazioni come Creative Commons, Open Knowledge Foundation e l’olandese Knowledgeland.
Mauro Vecchio