Non solo uno, forse addirittura due smartphone Nexus sono in dirittura d’arrivo per il lancio entro poche settimane: la sesta generazione del flaghship “puro” disegnato da Google e prodotto da uno dei suoi partner (gli ultimi due li ha costruiti LG) potrebbe sdoppiarsi sulla falsa riga di quanto ha fatto iPhone 6 . Se le specifiche che vanno per la maggiore, rilanciate da Android Police in queste ore, parlano di uno schermo da phablet da 5,9 pollici, d’altra parte 9to5google non esclude che possa venire prodotto anche un modello più umano da 5,2 di diagonale molto simile a un Moto X seconda generazione.
Sotto il cofano ci dovrebbero essere le stesse componenti già descritte poche giorni fa e confermate dalle nuove indiscrezioni: SoC Qualcomm Snapdragon 805, 3GB di RAM ecc. La batteria da 3200mAh, lo schermo 1440p e la dotazione di Android L dovrebbero fare il resto e consacrare questo smartphone come uno dei più ambiti e più potenti sul mercato, considerato anche il prezzo decisamente invitante fin qui sempre garantito da Google per la linea Nexus (di fatto venduta praticamente al costo di produzione). Esteticamente il Nexus 6 non dovrebbe discostarsi dalle forme del Moto X appena presentato, anche questa un’ulteriore conferma di quanto era già stato anticipato la settimana scorsa .
Nexus 6, così come il Nexus 9 , non dovrebbero tardare troppo ad arrivare sugli scaffali: dal 1 ottobre ogni giorno sarà buono per l’annuncio, e in ogni caso ci sarà tutto il tempo per ordinarli e riceverli entro le feste di Natale . Ma non si tratta dell’unica novità in arrivo: chi avesse voglia di pazientare ancora un po’ potrebbe optare anche per il primo modello sfornato dall’ormai celebre Project Ara, visto che a dicembre verrà mostrato il prototipo funzionante, e all’inizio del 2015 verrà messo in vendita il primo kit di base a cui potranno essere poi aggiunti i moduli secondo gusti e preferenze dei clienti.
Project Ara promette grandi cose : grazie a una versione modificata di Android L sarà possibile sostituire “a caldo”, ovvero col terminale acceso, praticamente ogni componente eccetto CPU e display. Un’ idea interessante soprattutto perché dovrebbe consentire di portarsi dietro moduli normalmente non installati perché superflui e aggiungerli solo alla bisogna (esempio: un modulo fotocamera che offra maggiore qualità a scapito degli ingombri), e gli sviluppatori impegnati nel progetto promettono grandi novità e funzionalità avanzate grazie alla piattaforma creata e ai partner che collaboreranno alla sua crescita e sviluppo commerciale.
In ogni caso, smartphone modulari o meno, Google è sempre intenzionata ad aumentare la coesione e uniformità dell’ecosistema Android : l’aspetto dell’interfaccia e le funzionalità software degli smartphone in uscita saranno sempre più omologati e rispondenti al modello base, con la differenza costituita innanzi tutto dalle qualità hardware del terminale. Un’ambizione concreta, come dimostra anche il prodotto del marchio cinese OnePlus: hardware di prima categoria a un costo contenuto, e il buon successo del modello One ha garantito la messa in cantiere del successore Two. Quest’ultimo, come anticipato da alcuni membri dell’azienda nel corso di un AMA su Reddit, potrebbe anche optare per uno schermo meno ampio del 5,5 pollici attuale: una svolta che forse segna il tramonto dei padelloni che paiono tablet più che smartphone, e che negli ultimi mesi sono stati i mattatori del mercato ma che dal 2015 potrebbero lasciar spazio a prodotti più “a portata di mano”.
Luca Annunziata