L’inizio di un nuovo trimestre offre, come sempre, un’occasione utile per tirare le somme su quello precedente. Analizziamo il mercato NFT. Il Q3 2022 appena concluso può essere definito come il peggiore da quando questa tipologia di asset ha iniziato a farsi notare dal grande pubblico. Si parla di un -60% nel volume delle vendite rispetto ai tre mesi precedenti. È quanto rende noto l’analisi pubblicata da DappRadar.
Q3 2022, il trimestre nero degli NFT
Si tratta di un’ennesima conseguenza dei trend innescati dal cosiddetto Crypto Winter, quella flessione generale dell’intero settore riguardante le criptovalute e, più in generale, la finanza decentralizzata. Proprio questa mattina abbiamo dedicato un articolo anche al primo storico calo nel numero dei Bitcoin ATM installati a livello globale.
Concentrando l’attenzione sui Non-Fungible Token, il giro d’affari si è attestato a 3,4 miliardi di dollari nel Q3 2022, in calo del 60% circa rispetto agli 8,4 miliardi di dollari del periodo precedente, già di suo in flessione se paragonato ai 12,5 miliardi di dollari del Q1 2022.
C’è ad ogni modo chi interpreta il momento attuale come una naturale e inevitabile fase di consolidamento del mercato. Insomma, un passaggio quasi necessario, in seguito all’esplosione registrata lo scorso anno. Di certo, le nuove iniziative messe in campo non mancano: da quelle inerenti all’editoria fino ai progetti per la promozione dei giochi in scatola, senza dimenticare i potenziali effetti positivi derivanti da un’adozione sui social network.
Gli interessati alla compravendita degli NFT possono rivolgersi anche ai marketplace gestiti dai più importanti protagonisti dell’ambito fintech: tra questi citiamo le piattaforme di Crypto.com, di Coinbase e di Binance.
Presta attenzione al fatto che i CFD sono strumenti complessi con un alto rischio di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. L’81% degli investitori perde denaro quando fa trading di CFD con questo broker. Considera se hai compreso il funzionamento dei CFD, e se puoi prenderti l’alto rischio di perdere i tuoi soldi. Le performance passate non sono indicazione di risultati futuri. La storia degli andamenti di trading è inferiore a 5 anni completi e può non essere sufficiente come base per decisioni di investimento.