Teoricamente scaduti i termini del Memorandum of Understanding degli operatori per la società della rete, si concretizza il piano per portare avanti la newco per la NGN: l’idea è quella di una società a guida pubblica.
Il Memorandum of Understanding era stato siglato lo scorso novembre dal ministro Paolo Romani e da tutti gli operatori e, oltre a porre le basi per la condivisione delle infrastrutture passive per la nuova rete, si dava tre mesi per la costituzione di una società veicolo per la realizzazione delle infrastrutture passive.
I tre mesi sono scaduti, e qualcosa sembra essersi finalmente mosso: sembra chiarirsi che la società per le reti di nuova generazione sarà a guida pubblica.
Il modello che si è scelto, spiegano fonti ministeriali, è quello “dello Stato imprenditore a tempo”: si pensa a una presenza pubblica nella società di massimo dieci anni, per poi lasciare entrare il mercato.
Deputata a mantenerne il controllo pubblico sarà la Cassa depositi e prestiti (CDP) in qualità di primo azionista , anche se resta ancora da stabilire la quota di partecipazione esatta.
L’importante passo avanti di questi giorni è proprio costituito dal fatto che il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha annunciato l’ impegno del Ministero del Tesoro al coinvolgimento della CDP .
Il progetto vale 8,3 miliardi e punta a raggiungere il 50 per cento del territorio italiano con la fibra entro il 2020, così come voluto dall’agenda digitale del Commissario Europeo Kroes.
Il Governo afferma di aver intanto individuato 8,2 milioni di famiglie senza l’accesso ADSL .
Un comitato esecutivo presieduto da Roberto Sambuco ha il compito di mettere a punto il business plan e le regole di governance. Con esso collaborano Rothschild e l’ex Telecom Stefano Pileri in qualità di consulenti.
Claudio Tamburrino