Un errore nella mappatura geografica commesso da Google ha generato un conflitto tra stati confinanti. Secondo le ultime notizie, infatti, il Nicaragua avrebbe invaso indebitamente il territorio della Costa Rica, sulla base delle mappe geografiche di BigG.
Le truppe militari del Nicaragua, giunte nei pressi del lago di San Juan (al confine con la Costa Rica), sono accusate di aver campeggiato indebitamente nella zona, aver issato la bandiera del Nicaragua e ammainato quella della Costa Rica, aver bonificato il fiume e scaricato rifiuti in territorio costaricano. Edén Pastora, comandante delle truppe degli “invasori”, ha usato le indicazioni geografiche presenti nelle Google maps per giustificare l’incursione nel suolo vicino.
Carlos Roverssi, vicecancelliere della Costa Rica, ha riconosciuto l’errore dei rilevamenti e ha assicurato di aver inviato a Mountain View una nota con la quale si chiede la rettifica delle mappe. Roverssi, inoltre, si è chiesto come mai la frontiera indicata da BigG sia diversa da quella presentata nei documenti ufficiali . Sembra, infatti, che le cartine dell’Istituto Nicaraguense di Studi Territoriali (Ineter) coincidano con quelle dell’Istituto Geografico Nazionale dellla Costa Rica, basate entrambi sul Trattato di Cañas-Jerez del 1858 e del Laudo Cleveland del 1888.
Susana Pavón, portavoce di Mountain View nel Centroamerica, si è detta incerta sulla causa dell’errore. Qualunque sia la risposta, sono in molti a scommettere che la défaillance di BigG sarà sfruttata da Bing come strategia di marketing, visto che le mappe geografiche diffuse dal motore di ricerca concorrente sono corrette.
Sul fronte diplomatico, non si placa lo scontro tra i due paesi . “Per il governo della Costa Rica, azioni di tal genere, assolutamente indifendibili da parte del Nicaragua, costituiscono un’inaccettabile violazione della sovranità e dell’integrità del territorio” afferma il Ministro degli Esteri Rene Castro in una lettera indirizzata alla sua controparte nicaraguense. Per parte sua, il Nicaragua sostiene di aver condotto tutte le operazioni nel recinto del proprio territorio e, per bocca del suo ambasciatore presso l’ OAS , rimanda al mittente ogni addebito.
Cristina Sciannamblo