L’utilizzo delle IA nell’industria musicale, ovvero per la creazione di brani inediti e remix, è già oggetto di discussione da diversi mesi ormai. Il crescente uso dell’intelligenza artificiale generativa nel settore ha costretto persino la Recording Academy ad aggiornare le regole per la 66a edizione dei Grammy Awards. Che ruolo può avere l’IA nelle opere musicali? Quali sono i limiti da rispettare affinché una canzone possa raggiungere anche una lodevole candidatura ai Grammy? Ecco le nuove regole fissate per i prossimi anni.
Nuove regole ai Grammy per la musica generata da IA
Stando alle nuove linee guida dei Grammy Awards, le opere generate esclusivamente dall’intelligenza artificiale non sono idonee per i premi. Ciononostante, l’Academy non esclude completamente l’uso delle IA nel processo di creazione, a patto che soddisfino due criteri chiave. Anzitutto, l’opera deve essere prevalentemente realizzata dall’uomo, mentre l’IA può avere un ruolo “privo di significato o importanza”. In secondo luogo, l’artista umano dovrà essere il responsabile dei componenti per i quali un brano o un album è stato candidato: ad esempio, nella categoria songwriting le canzoni candidate dovranno essere scritte da esseri umani e non dall’IA.
Le nuove regole per la 66a edizione dei Grammy Awards stabiliscono inoltre che se una canzone utilizza l’intelligenza artificiale per generare una melodia, un testo o qualsiasi altro elemento, le persone che hanno creato o utilizzato l’intelligenza artificiale non ottengono alcun credito.
Si tratta di una soluzione adeguata al fine di affrontare le controversie legate all’uso dell’IA nelle arti. In questo caso specifico, si tratta di una dichiarazione di intenti notevole da parte dell’Academy, interessata a tutelare la creatività umana nell’industria musicale. Sebbene l’IA generativa possa un giorno avere la capacità di creare composizioni impressionanti, il palcoscenico dei Grammy rimane in gran parte riservato agli artisti umani, almeno per il momento.