Un dilemma affligge Oracle. La compagnia californiana, famosa per lo sviluppo di database, vuole assicurarsi di non correre rischi dopo l’acquisizione di BEA Systems . Il pericolo è che si nascondano temibili licenze open source all’interno di alcuni prodotti. Saranno davvero liberi da licenze GPL e LGPL come sostiene BEA?
È dunque partita la caccia all’ultima riga di codice vietato. Specialisti e tecnici informatici di Oracle sono alla ricerca di eventuali rimandi a licenze open source nascosti nei middleware WebLogic e AquaLogic che possano in qualche modo danneggiare il ritorno economico dell’azienda. Dopo l’accordo tra le due compagnie stipulato nel mese di Gennaio, Oracle intende verificare con estrema attenzione i maggiori prodotti della società appena rilevata, attraverso un’oculata analisi del loro codice .
Dietro questa mossa preventiva si nasconderebbe però una concezione assai critica delle licenze GPL e LGPL , viste alla stregua di forme virali per la crescita economica della società informatica. Secondo una fonte molto vicina al sito web RegDeveloper , Oracle teme per i profitti legati a piattaforme come quella di WebLogic. A causa di possibili licenze open source all’interno del codice del middleware, l’azienda corre il rischio di veder sfumare 300 milioni di dollari l’anno di ricavi sulle vendite del prodotto.
Con l’acquisizione di BEA Systems, il cui accordo è stato raggiunto per 8,5 miliardi di dollari, Oracle vorrebbe scongiurare flessioni nei ricavi dei propri prodotti. L’azienda dovrà inoltre valutare quali di essi dovranno rimanere in vita e quali invece dovranno essere rimossi, per via della stretta parentela tra le tipologie di offerte proposte dalle due compagnie.
L’ultimo ostacolo da superare è insomma quello di epurare il codice proprietario da minacce open source che potrebbero pregiudicare l’andamento delle vendite e, di conseguenza, incidere negativamente sui fatturati. Nel frattempo, lo scorso venerdì, gli azionisti della BEA hanno votato per approvare l’accordo che si concluderà definitivamente il 30 Aprile.
Alessandro Lucarelli