Washington (USA) – Pare proprio che la censura dei contenuti della rete sia destinata a rimanere ancora a lungo al centro dei dibattiti sul ruolo di Internet, persino nel paese dove il grande network è nato.
Proprio negli Stati Uniti, infatti, la speaker repubblicana della Camera dell’Arizona, Jean McGrath, sta conducendo una sua personalissima campagna, condivisa da molti suoi colleghi anche a livello federale, perché nelle università americane approdino i filtri antiweb, a cominciare dagli atenei del suo stato. I filtri sono programmi che limitano le capacità di navigazione dei browser, impedendo loro di accedere a determinati generi di siti.
E McGrath ha in mente un genere particolare, la pornografia, che a suo dire circola liberamente nei campus e “non è bene che gli studenti facciano queste cose odiose”. Secondo Wired il porno fa parte dell’immaginario culturale dei campus americani, una tesi sostenuta da un sondaggio dell’università dell’Arizona dove McGrath ha annunciato la sua “battaglia politica”: l’89 per cento degli studenti è contrario alla censura del porno.
Ma McGrath la cosa la prende sul serio, tanto da aver presentato una prima proposta di legge affinché “le università acquistino e gestiscano programmi in grado di bloccare dai computer l’accesso a materiale sessualmente esplicito”. La battaglia per i sostenitori della libertà digitale si annuncia dura?