Gli Stati Uniti non smettono di mobilitarsi per impedire a coloro che si sono macchiati di reati a sfondo sessuale di scorrazzare fra i social network, siti a cui i governi locali offrono ora dispositivi legislativi di maggiore utilità e praticità tecnica rispetto al passato. Ultimo in ordine di tempo ad approvare una legge del genere è lo stato di New York, con il procuratore generale Andrew Cuomo che annuncia un repulisti di migliaia di profili sulle due principali reti di relazione del web .
La lotta ai reati di molestie e abusi sessuali perpetrati tramite la Internet statunitense si è largamente evoluta nel corso degli ultimi tempi, e se in passato era necessario richiedere espressamente una lista dei colpevoli accertati che veniva poi spedita via fax, ora basta consultare un archivio centralizzato di profili e indirizzi email disponibile in tutti e 25 gli stati che hanno già provveduto ad adottare una legge apposita.
Assieme agli altri dettagli personali, ai molestatori è ora richiesto di fornire gli indirizzi di posta elettronica e altri dati telematici che ne permettano l’identificazione immediata, e secondo le informazioni fornite da Cuomo nel 2009 sono stati più di 3.500 i profili cancellati da MySpace e Facebook grazie alla suddetta identificazione facilitata.
In attesa che la legge sul database nazionale già votata dal Congresso produca i suoi frutti, Cuomo preannuncia la volontà di coinvolgere nel piano anti-predatori online anche i siti minori, oltre ai soliti noti del social networking mondiale.
Restano infine da chiarire dettagli non proprio trascurabili nell’ambito di questo genere di enforcement automatizzato a mezzo database, cose come la definizione rigorosa di “social network” nella Internet del 2009 per stabilire a quali siti tocchino i compiti di vigilare sulla materia e i problemi che possono derivare dal tipo di reato che le varie legislazioni locali rubricano come “crimine sessuale”. Un conto è un tentativo di molestia vero e proprio, un altro è una infrazione minore come urinare in luogo pubblico .
Alfonso Maruccia