Demotivati, annoiati, agitati: se privati di una connessione alla Rete sono molti gli americani che precipitano in un catalettico senso di isolamento di cui risente tutto, anche la vita sociale, persino quella affettiva e sessuale. Ad aggiungersi al coro dei cantori della dipendenza da Internet, un’indagine dell’agenzia pubblicitaria JWT .
Fra i 1011 netizen adulti americani, il campione intervistato online nei giorni scorsi, quanti resistono senza Internet? Il 15 per cento, riporta Reuters , non può rinunciare alla Rete per più di un giorno, il 21 per cento ritiene di poter tollerare di restare offline per un paio di giorni, il 19 per cento non presenta sintomi prima di qualche giorno di astinenza. Una smania che non risparmia nessuna delle fasce d’età prese in considerazione, che affligge il 59 per cento degli uomini, contro il 50 per cento delle donne. Solo un quinto degli intervistati ritiene di poter sopravvivere, se disconnesso per più di una settimana .
“Si sentono ansiosi, isolati ed annoiati nel momento in cui si trovano forzatamente offline – ha spiegato Ann Mack, a capo della divisione JWT che ha elaborato il sondaggio – si sentono disconnessi dal mondo, dagli amici e dalla famiglia”. È infatti stato rilevato, riporta in maniera dettagliata knoxnews.com , come il social networking sia una delle attività predilette dagli intervistati, una preferenza che dimostra come si tenda progressivamente a travasare la socialità dentro la Rete .
L’abitudine alla Rete non si limita infatti ad erodere la percentuale di tempo dedicata agli altri consumi mediali, come tv e stampa: il 28 per cento degli intervistati ha ammesso che le tecnologie rubano tempo da dedicare alle relazioni , agli amici, alla famiglia. Il 20 per cento, pur di non rinunciare a smanettare online, finisce addirittura per trascurare il sesso.
Del resto, circa il 60 per cento degli intervistati ha concordato che “le tecnologie digitali sono una componente essenziale del loro stile di vita”, un’affermazione che rappresenta soprattutto i più giovani del panel, ma che anche il 49 per cento dei più anziani ha dichiarato di condividere.
La differenza fra i netizen giovani e attempati, mostrano i dati JWT, non emerge in termini di tempo trascorso online o in termini di affezione nei confronti della Rete: lo spartiacque fra le diverse fasce d’età si gioca piuttosto sul fronte della modalità con cui ci si connette . “La mobilità è la nuova frontiera”, ha dichiarato una rappresentante JWT: se gli americani più anziani si dimostrano abitudinari, prediligendo una postazione di accesso a Internet stabile e familiare, i giovani propendono per una connettività ubiqua , e considerano telefonini e smartphone una naturale estensione del proprio corpo.
Quello presentato da JWT non è l’ennesimo studio volto ad indagare sintomi e conseguenze della dipendenza da Internet e dalla tecnologia. Nessuna condanna neoluddista, nessun accenno al tecnostress , nessun invito ad annoverare la tendenza all’abuso della Rete fra le malattie ufficiali , da curare con terapie d’urto . JWT opera sul mercato pubblicitario e intende cavalcare il trend a favore dei suoi clienti, che, prevede il Jack Myers Media Business Report , confermando quanto annunciato nei mesi scorsi da Forrester Research , investiranno sempre più nell’ advertising online e a mezzo telefonia mobile.
Gaia Bottà