Eccoci giunti al nuovo appuntamento con quella che sembra poter diventare una rubrica periodica: la messa la bando degli smartphone a scuola. Questa volta la notizia arriva da oltreoceano, più precisamente dal Brasile, dove il presidente Lula ha firmato la legge che proibisce l’uso dei dispositivi personali all’interno degli istituti, sia pubblici sia privati. Il ministro Valditara, immaginiamo, applaude e prende appunti.
Il Brasile vieta gli smartphone a scuola
Il divieto, ufficialmente in vigore a partire dal mese di febbraio, si applica a tutte le classi frequentate da alunni fino alla maggiore età, l’equivalente di elementari, medie e superiori in Italia. Vale anche per i tablet, considerando come l’unica differenza residua tra le due categorie di prodotto risieda nella dimensione dello schermo.
Sono previste eccezioni: lo smartphone potrà essere acceso a scuola solo in caso di emergenza o di pericolo oppure per finalità educative. Inoltre, non sono interessati dalla messa al bando gli studenti con disabilità.
Proibire è la strada più semplice
L’efficacia delle iniziative che mirano a risolvere i problemi legati a un utilizzo improprio o inopportuno dei dispositivi, semplicemente vietandolo, è tutta da dimostrare. Di certo, si tratta di una strada più semplice da percorrere rispetto a quella che passa (che passerebbe) dall’insegnamento delle modalità corrette di approcciare la tecnologia, di esplorarne e di sfruttarne il potenziale, per scopi didattici e non solo. indicando le buone pratiche e quelle da evitare. Se ne discute da molto tempo, anche in Italia.
Limitarsi a pensare che proibire il cellulare sui banchi possa rappresentare la soluzione preventiva agli errori che bambini e adolescenti compiono quando poi avranno il telefono tra le mani, con la complicità dei genitori in primis, è quantomeno poco lungimirante.
Lo è altrettanto continuare stigmatizzare smartphone e tablet, nell’era in cui strumenti come il registro elettronico e i compiti assegnati sulle piattaforme cloud sono ormai entrati a far parte della quotidianità per docenti e studenti. E con i notebook che si fa? Al di sopra di una certa diagonale dello schermo i dispositivi sono da considerare ammessi? Ancora, chi decide quando un utilizzo è giustificato poiché rientra nella sfera della didattica? Con quale criterio?