Dopo due anni di test, Nike ha deciso di interrompere la vendita diretta dei suoi articoli su Amazon. Lo farà attraverso il proprio store e mediante le proprie applicazioni, non escludendo però a prescindere ulteriori partnership con altri venditori online e con piattaforme e-commerce diverse da quella di Jeff Bezos.
Nike: stop alla vendita diretta su Amazon
Considerando che un sondaggio condotto nel 2017 da Morgan Stanley ha attribuito a Nike la palma di brand d’abbigliamento più venduto su Amazon, come si spiega la decisione? Le ragioni sono da ricercare nel fatto che il debutto sullo store di due anni fa ha avuto la finalità dichiarata di esercitare un maggiore controllo su quanto presente nel catalogo, così da assestare un colpo deciso alla piaga della contraffazione.
La decisione odierna sembra far intuire che i risultati raggiunti non siano del tutto soddisfacenti. L’azienda conferma ad ogni modo che i venditori di terze parti potranno continuare a proporre scarpe e capi d’abbigliamento del brand su Amazon.
Il colosso dell’e-commerce è a conoscenza del problema e ha già messo in campo diverse iniziative con l’obiettivo di porvi rimedio. L’ultima in ordine cronologico prende il nome di Project Zero ed è stata annunciata nel mese di marzo: i produttori sono in grado di eliminare dalla piattaforma gli articoli non originali in modo del tutto autonomo e immediato, senza dover far fronte ad attese con l’obbligo di passare dal supporto di Amazon.
La partnership tra Nike e il gruppo di Seattle non viene comunque interrotta: il gruppo dell’Oregon continuerà ad affidarsi ai servizi di AWS per la gestione del proprio business nel cloud.