Nel giro di poche settimane due tribunali europei, uno francese e uno spagnolo, hanno archiviato due cause legali che Nintendo aveva intentato contro due rivenditori di flash cartridge, le famose schedine che permettono di far girare giochi copiati o programmi amatoriali (homebrew) sulla console portatile DS. I due tribunali hanno rispettivamente scagionato le società Divineo Group e Grupo Movilquick dall’accusa di compiere un illecito vendendo flash cart per la DS.
Stando a quanto riportato da MaxConxole , nella sentenza francese, emessa da una corte di Parigi, si afferma che le forme di protezione incluse da Nintendo sulle proprie console sono troppo restrittive, impedendo agli utenti di usufruire appieno del prodotto acquistato e di usare/creare software per tali sistemi. Il giudice francese ritiene che le console della casa nipponica dovrebbero essere più simili ai PC, dove chiunque può sviluppare le applicazioni che più gli aggrada.
MaxConxole ha promesso di pubblicare il testo integrale della sentenza in tempi brevi. Fino a che ciò non avverrà, è doveroso sottolineare come questo sito, che al momento è anche l’unica fonte della notizia, è di proprietà di Divineo: una delle due società che erano in causa con Nintendo.
La sentenza spagnola ( qui il testo tradotto), che risale a poche settimane fa, è stata emessa da un tribunale di Salamanca, una città castigliana della Spagna centrale. Tale verdetto sembra sostanzialmente arrivare alle stesse conclusioni della corte parigina, sostenendo che sebbene le flash cart aggirino la tecnologia DRM di Nintendo, e possano dunque essere utilizzate per far girare giochi piratati, servono altresì per estendere le funzionalità della DS in diversi altri modi legali: ad esempio, per fare il backup dei giochi regolarmente acquistati, far girare i programmi homebrew o gestire foto, musica e altri contenuti dell’utente. Questa è la stessa linea di difesa adottata dalla società fiorentina PCBox, anch’essa impegnata in una causa legale contro Nintendo che la vede difendere la legittimità di flash cart e modchip.
Il giudice spagnolo fa però notare che se Nintendo ritiene di avere prove in merito, potrebbe ancora trascinare in tribunale Movilquick per la violazione di proprietà intellettuali o di marchi di fabbrica: tali questioni, osserva però il magistrato, sono di competenza civile (e non penale).
Alessandro Del Rosso