Quello che spicca nell’ultima trimestrale di Nintendo, che chiude con reddito operativo in calo del 36 per cento , è che sia la Wii che la DS hanno subito una flessione che diventa notevole nel caso della console bianca: 21 per cento di vendite hardware in meno rispetto all’anno precedente, da 25,95 a 20,53 milioni. Con proiezioni che spingono ancora più in basso, verso le appena 18 milioni di unità vendute. Flessione anche per i giochi che subiscono un calo del 6 per cento da 204 a 191 milioni.
Meno grave il calo per Nintendo DS (su cui potrebbe aver influito anche l’ annuncio della versione 3D del dispositivo e dei suoi progetti educativi) avendo la console portatile venduto 27 milioni di apparecchi rispetto ai 31 milioni dell’anno precedente, segnando un meno 12 per cento. Calo fisiologico per un prodotto che ha esordito più di cinque anni fa.
In ogni caso bisogna considerare che si tratta del terzo migliore anno di sempre per Nintendo e che quindi i confronti sono fatti con anni eccezionali per la giapponese, che è la prima volta negli ultimi sei anni che registra profitti negativi.
Una situazione peraltro giustificabile con la flessione del settore dei giochi, il taglio dei prezzi e il fatto che i suoi dispositivi di punta hanno ormai qualche anno e le concorrenti si stanno attrezzando per recuperare il terreno perduto: in particolare per quanto riguarda i controller alternativi e l’appeal sui casul gamer.
Claudio Tamburrino