Nintendo ha confermato ufficialmente a IGN che a partire da questo mese cesserà ufficialmente la produzione del NES Classic Edition , la mini console dal sapore vintage conosciuta in Europa come Nintendo Classic Mini NES .
Dal comunicato si apprende che il colosso nipponico non produrrà più il piccolo device, così come il secondo controller venduto come accessorio: “Ad aprile, i territori NOA riceveranno gli ultimi set di Nintendo Entertainment System: NES Classic Edition per quest’anno” ha detto un rappresentato di Nintendo a IGN. “Incoraggiamo chiunque sia interessato a entrare in possesso del sistema di contattare i rivenditori per la disponibilità. Comprendiamo che è stato difficile per molti consumatori trovare il prodotto disponibile, e ci scusiamo. Poniamo molta attenzione ai feedback dei consumatori, e apprezziamo enormemente l’incredibile interesse che è stato dimostrato riguardo a questo prodotto” .
In seguito, Nintendo, ha confermato la sospensione della produzione anche nel resto del mondo . Nella sua breve vita la console è sempre stata difficilmente reperibile, dovendo fronteggiare una domanda abbondantemente superiore all’offerta. E ora si appresta a diventare persino un oggetto di culto.
Considerando le vendite del Mini NES (oltre 1,5 milioni di unità nel mondo), soprattutto in proporzione alla finestra temporale che l’ha vista sul mercato, appare alquanto singolare che Nintendo abbia preso tale decisione, ancor più a distanza di appena due mesi dall’annuncio dell’aumento della produzione . C’è da dire però che la casa nipponica non ha mai nascosto che nelle strategie aziendali il Mini NES fosse un prodotto a breve termine, dovendo concentrare maggiormente gli sforzi su Switch .
Come ovvia conseguenza, il prezzo di Mini NES nei vari store online (soprattutto di privati) è salito alle stelle, dando il via in cascata ad una serie di aste online a prezzi folli; a tutto vantaggio di chi vende e del marchio. Nintendo sta infatti puntando con forza sull’esclusività del proprio brand, anche a costo di rinunciare a parte degli introiti, centrando la strategia sull’obbiettivo della rivalutazione di un marchio che si è un po’ perso nel tempo, anche a causa della Wii U (non accolta particolarmente bene dall’utenza).
Nel Dicembre del 2016, Nintendo ha lanciato un programma su HackerOne , un servizio che offre ricompense comprese fra i 100 e i 20.000 dollari per la caccia ai bug della 3DS.
Questo programma è stato esteso alla nuova Switch, portando già alla ricompensa di tre utenti. Una mossa che ha scisso l’utenza Nintendo interessata all’hacking, con alcuni componenti della community indignati e altri convinti che possa invece essere un bene per il futuro.
Stando ai membri più esperti, il fatto che la software house giapponese abbia deciso di ricorrere a questo piano, dimostra che (esattamente come Wii U e 3DS) il sistema sia aggirabile , cosa che permetterebbe di poter utilizzare custom firmware che comprendano il tanto desiderato Netflix, e abbattere quell’aura di esclusività sulla quale Nintendo sta così tanto lavorando.
Gabriele La Torre