No al Portale di Stato

No al Portale di Stato

Una lettera apparsa sulla mailing list di mktg.it consente di riflettere ancora sulla questione "portali di stato". La proposta del governo non piace a nessuno
Una lettera apparsa sulla mailing list di mktg.it consente di riflettere ancora sulla questione "portali di stato". La proposta del governo non piace a nessuno


Web – Scusate il ritardo con cui rispondo a questo thread ma non ho seguito gli ultimi sviluppi politici su internet in Italia e ci ho messo un po ‘ di tempo ad appurare che le “voci” che avevo sentito sulla creazione di un portale finanziato dallo stato erano invece una vera proposta del Presidente del Consiglio. Personalmente condivido anch’io l’idea di Carlo Paolini che un portale italiano per vendere prodotti made in Italy pagato dal governo (cioè da noi!) sia sconveniente: anzi personalmente direi che merita il premio di idea più stupida riguardante internet che sia mai venuta ad un rappresentante pubblico.

Il “portale” verrà creato da una grande azienda che si beccherà i finanziamenti (Interbusiness ecc.), per le aziende presenti sarà principalmente un “mall” virtuale come già esistono (es. Goitaly, Willage, Citiesonline ecc.) e quindi niente di nuovo, la PMI che vorrà aderirvi non solo non avrà uno straccio di sito che l’aiuti ad identificare il marchio (o brand se preferite….) ma quasi certamente dovrà anche PAGARE per parteciparvi (altro che aiuto….)!

Infine il fatto che il portale sia “pubblico” non significa che i venditori offrano garanzie di serietà quali consegna celere del prodotto o cambio della merce, anzi in alcuni casi potrebbero essere dei veri bidoni.

Se qualche politico di qualunque colore volesse fare qualcosa per Internet e la New Economy in Italia (ma dubito che esistano) la strada giusta sarebbe finanziare il potenziamento delle linee e delle dorsali trasformando le nostre “mulattiere informatiche” almeno in “strade” (non pretendo le autostrade americane).

Linee più potenti permetterebbero a tutti i soggetti economici (dal grande al piccolo provider e ovviamente anche ai loro clienti) di offrire servizi migliori a costi inferiori ed agli utenti finali di avere un servizio migliore che li avvicinerebbe maggiormente ad internet e quindi anche all’ecommerce. Tra l’altro così eviteremmo anche il fatto che la metà dei fornitori di spazio web in Italia siano in realtà dei reseller di servizi americani (portando via soldi all’economia italiana). Per linee intendo i collegamenti internet tra i vari provider e servizi all’interno della nazione e della UE, per dorsali mi riferisco soprattutto ai collegamenti con gli Stati Uniti.

Infine in questo periodo sto leggendo i vari messaggi della lista per decidere quali cancellare e quali tenere e mi è caduto l’occhio su una notizia interessante di Pier Paolo Visione riguardo l’incontro “I have an e-dream”: “tutti si aspettano grandi cose dalle autostrade informatiche e sopratutto dall’ UMTS”; temo che spesso si faccia questa semplice equazione: Internet è poco diffusa ma ci sono 30 milioni di telefonini allora diffondo il telefonino che naviga su internet ed ho risolto il problema. A queste persone vorrei ricordare che tutte le famiglie hanno un televisore eppure le connessioni web tramite TV (che viene offerta a prezzi abbordabilissimi) hanno avuto una diffusione minima.

Lorenzo Chiari

P.S. La citazione dell email di Pier Paolo Visione mi è servita come spunto di riflessione ma ciò non vuol dire che lui abbia questa posizione semplicistica sulla diffusione di Internet (nè d’altro canto che condivida la mia).

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
7 apr 2000
Link copiato negli appunti