Washington (USA) – C’è stata suspance fino all’ultimo ma la IETF ha deciso poche ore fa che non collaborerà con le autorità americane che vorrebbero inserire nelle tecnologie infrastrutturali della rete sistemi e sistemini di accesso a quanto gira in rete. Lo chiamano “digital wiretapping” e, seppure non verrà fermato, questa decisione ha una importanza simbolica notevole.
La IETF, Internet Engineering Task Force, uno dei massimi organismi quando si viene a standard tecnologici per la rete, si è riunita poche ore fa a Washington e ha deciso a stragrande maggioranza che alle richieste venute soprattutto dall’FBI non sarà dato seguito. Nel corso della seduta è stato rilevato come non sia possibile inserire questi sistemi negli standard della rete “senza fare danni”. Danni, in particolare, alla già labile privacy degli utenti della rete.
Come a dire, in un certo senso, che le pur comprensibili esigenze di indagine non possono prevalere sul diritto alla libera espressione della personalità da parte dell’individuo.
Molti dei presenti all’assemblea, quasi 800 persone, si sono espressi contro l’idea di tecnologie fatte per essere intercettate ma nessuno sembra coltivare l’illusione che la decisione presa possa rallentare più di tanto le attività di wiretapping. Ottimista ma solo sul lungo periodo Jim Dempsey, “boss” del Center for Democracy and Technology: “è il primo round di quello che sarà un dibattito lungo e difficile. Ma è un buon round di inizio”.