L’inventore di Bitcoin è stato candidato al prestigioso Premio Nobel per l’economia 2016 . A volerlo nella lista dei papabili è stato il Professore di Finanza Bhagwan Chowdhry della californiana UCLA, nonostante la sua identità non sia certa.
Il professor Chowdhry ha nominato Satoshi Nakamoto, nome più accreditato come fondatore della crittovaluta, in quanto ha pubblicato un paper sul concetto nel 2008 e sembra essere tra gli sviluppatori originali del software alla base di Bitcoin: già in passato, tuttavia, Nakamoto ha negato il suo coinvolgimento. Qualcuno suggerisce sia perché non apprezzerebbe ideologicamente quello che è diventata la sua creatura, altri invece sostengono che la motivazione risieda nelk fatto che Satoshi Nakamoto non sia altro che uno pseudonimo che nasconde l’identità di qualcun altro.
Ombre, in realtà, si sono allungate negli anni anche sulla natura e sul giudizio di Bitcoin, tanto che, da ultimo, il sistema sembra destinato ad andare verso una biforcazione anche a causa di diverse visioni interne dei suoi sviluppatori.
D’altra parte, per quanto non sia univoco l’appoggio ed il sostegno a Bitcoin ed in generale alle criptovalute, finite spesso anche sotto la lente di diverse autorità preoccupate dalla possibilità che fossero utilizzate per finanziare attività illecite, nonché al centro di diversi episodi di truffa che vedono protagonisti gli amministratori, il premio Nobel per l’economia non deve essere ammantato di un valore morale.
L’economia, di per sé, è un mezzo, ed è innegabile secondo Chowdhry che l’inventore di Bitcoin, chiunque sia, abbia creato un sistema parallelo a quello costituito dai canali economici conosciuti, con elementi di assoluto interesse: a dimostrazione di questo basta considerare l’ interessamento dei colossi della finanza mondiale nei confronti di alcuni degli elementi cardine di Bitcoin e degli algoritmi, che potrebbero essere adottati per creare un network finanziario anonimo in grado di garantire la tracciabilità nelle transazioni digitali.
Come spiega Chowdhry “l’invenzione di Bitcoin non è nient’altro che una rivoluzione… offrendo diversi vantaggi sia rispetto alle valute fisiche che a quelle cartacee. Questo, grazie ad un sistema sicuro costruito su una base crittografica sicura, grazie al fatto che può essere suddiviso in milioni di più piccole sotto-unità e che può essere trasferito in maniera sicura e quasi istantaneamente da una persona ad un’altra che abbia accesso a Internet, senza la necessità di coinvolgere governi, banche centrali e intermediari finanziari come Visa, Mastercard, PayPal o le banche ordinarie, abbattendo tempistiche e costi di transazione”.
Claudio Tamburrino