Roma – Ha da poco chiuso i battenti la due giorni romana del Nokia Games Summit sul mobile gaming, il costruttore finlandese ha convocato sviluppatori, publisher e giornalisti da tutto il mondo per fare il punto della situazione, consegnare premi alle idee più innovative e cogliere una opportunità di confronto, Punto Informatico era lì.
L’evento è stato occasione di un consuntivo dei sei mesi dal lancio del servizio N-Gage , piattaforma ludica software, volta ai modelli più recenti, erede ed omonima dello sfortunato ibrido tra console e telefono. Le cifre relative al mercato mondiale snocciolate da Tero Ojanpera, vicepresidente esecutivo dell’ entertainment e delle community Nokia, mostrano una presenza di decine di milioni di dispositivi compatibili N-Gage in oltre 130 paesi. L’Italia si colloca seconda per numero di giocatori attivi tallonando a distanza il Regno Unito in compagnia di Germania, Australia e Spagna. A livello globale gli acquirenti “recidivi” superano il 35% mentre le versioni dimostrative riescono a convincere all’acquisto nel 30% dei casi.
Questi ed altri dati sono stati illustrati nel corso delle conferenze stampa, condotte in maniera istrionica e scanzonata tra battute e immagini ironiche sul maxischermo ma non per questo meno serie e documentate. Infatti i mattatori sul palco hanno toccato sul vivo problemi endemici ben noti agli addetti del settore: difficoltà tecniche da parte degli utenti nello scaricare ed installare i giochi, compatibilità col modello di telefono posseduto, incertezza dei costi per il diverso tariffario degli operatori sul traffico dati, mentre sull’altro fronte della barricata la assurda sproporzione tra tempi di sviluppo e di presenza in vendita del tutto inversa rispetto a quanto accade per i titoli su console senza dimenticare il coefficiente marketing trasformato in una costante di un grafico piatto e orizzontale.
Ne consegue che a distanza di anni dal loro esordio i giochi per telefonino siano ancora percepiti come figli di un dio minore, situazione sgradevole da cui il colosso scandinavo propone di affrancarsi, nelle parole di Scott Foe autore del pluriacclamato Reset Generation , mediante lo sviluppo di nuove proprietà intellettuali, universi transmediatici quali possono essere Sex’n’The City, Harry Potter o Star Wars capaci di coprire libri, film e giochi mantenendo gli stessi contenuti di base e le opportunità di promozione ed espansione offerte da Internet.
Passando dalle parole ai fatti nella sala dimostrazioni è stato possibile visionare con mano i finalisti del Nokia Mobile Games Innovation Challenge , dalla Lancaster University ai russi di Herocraft, le cui originalità nel design nascono dalle novità tecniche dei nuovi modelli e dal loro supporto nei recenti SDK .
Quindi via libera ad applicazioni basate sull’accelerometro, GPS, OpenGL 1.1 e nelle prossime release programmate verranno aggiunti anche il supporto QWERTY, quello per l’OpenGL 2.0, etc.
In particolare si è puntato molto sulla possibilità di elaborare in tempo reale quanto acquisito dalla videocamera integrata e di cogliere l’inclinazione del dispositivo approntando delle reazioni ad hoc da parte del gioco, ad esempio il vincitore Ghostwire sovrappone figure di fantasmi agli ambienti inquadrati i quali vengono attratti dalle fonti di luce nella stanza. Non risulta difficile immaginare come tali caratteristiche possano essere sfruttate anche da applicativi “seri”.
In conclusione Nokia ha preso di petto in prima persona la questione del bistrattato mobile gaming, non solo col lancio della nuova famiglia N-Gage e la pubblicazione in proprio di titoli
( One , Dirk Dagger , Dance Fabulous e altri) ma investigando quali siano i limiti dell’attuale modello di mercato e premiando quelle aziende in grado di sfruttare in modo originale le nuove caratteristiche tecniche implementate nei telefoni di recente uscita.
Fabrizio Bartoloni