“Se fossi un produttore di terminali Android o un operatore, o chiunque con qualche interesse in quell’ambiente, prenderei il telefono e chiamerei certi dirigenti di Google dicendo: vedo segnali di pericolo all’orizzonte”. Così, non più tardi di 24 ore fa, Stephen Elop, ex-Microsoft e ora CEO di Nokia , commentava davanti a una platea finlandese l’accordo che ha portato Motorola Mobility in casa Google. Un accordo che quasi pare non aver colto di sorpresa il massimo dirigente Nokia, che anzi si dice rinfrancato delle scelte fatte negli scorsi mesi.
“La mia prima reazione è stata la consapevolezza dell’importanza del terzo ecosistema e della partnership che abbiamo annunciato l’11 febbraio ( con Microsoft , ndr ), ora più che mai” ha aggiunto Elop. Rilanciando anzi, nonostante le opinioni avverse , la bontà della scelta dell’ecosistema Windows Phone che giudica e valuta in continua crescita sia sotto il profilo tecnico che di ricchezza di applicazioni (sarebbero a suo dire quasi 30mila quelle a disposizione).
In qualche modo, insomma, Elop aveva previsto l’accadimento di questi giorni: una Google non più solo fornitore ma anche attore coinvolto nel mercato dei terminali che fagocita gli interessi dei suoi partner, e che dunque potrebbe spingere i suoi attuali compagni di viaggio a rivedere il proprio approccio allo sviluppo e l’adozione di Android. A dire la verità, al momento non risultano particolari prese di posizione in tal senso da parte di LG, HTC e Samsung, tra i principali beneficiari del successo del sistema operativo mobile, sebbene sia forse ancora presto per loro per esporsi. L’unica voce levatasi a commento è quella (interessata) di Microsoft , che nella persona di Andy Lees (capo della divisione Windows Phone) ha affermato che “Windows Phone è ora la unica piattaforma che offre uguali opportunità a tutti i partner”.
Anzi, Windows Phone sarebbe un “vero ecosistema mobile aperto importante sia per l’industria che i consumatori”, evidentemente da confrontare con un recinto eretto da Google attorno ad Android e Motorola. Il blogger Florian Mueller, nel frattempo, si è messo anche a seminare scetticismo sull’ effettiva portata del portafogli brevettuale di Motorola e la sua importanza nella guerra di brevetti in corso: secondo Mueller , gran parte delle privative sarebbero parte essenziale di standard consolidati, e pertanto poco spendibili in tribunale. A ogni modo, per valutare appieno le diramazioni della mossa di Google occorrerà del tempo.
Luca Annunziata