Quando è arrivato il momento di togliere il velo che nascondenva N8, l’ultimo smartphone di Nokia, l’azienda finlandese non era al corrente che un esemplare di questo nuovo cellulare fosse già nelle mani di Eldar Murtazin, un blogger russo che si occupa di tecnologia e che ha colto l’occasione per pubblicare una accurata recensione del modello sul suo sito.
Visto che dall’altra parte del mondo, negli Stati Uniti, sta tuttora tenendo banco l’ affaire iPhone 4G, c’è chi è rimasto quantomeno interdetto dalla reazione di Nokia che ha titolato One of our children is missing (uno dei nostri bambini manca all’appello) un post sul blog aziendale con il quale, oltre a fare alcune precisazioni, ha richiesto la restituzione del telefonino : indicato come “un esemplare ancora incompleto dal punto di vista software”, riferendosi con molta probabilità alla recensione di Murtazin, il quale aveva sottolineato proprio alcune mancanze di Symbian^3.
“Non siamo la Stasi – viene ricordato sul blog – vogliamo mantenere questa mentalità open facendo in modo che giorni come quello di ieri non alterino il nostro modo di agire. Per cui ora che lo scoop è stato fatto gradiremmo riavere indietro il nostro prototipo”.
Nokia non sembra dunque avere intenzione di procedere per vie legali , complice forse anche la residenza del tenutario del blog in questione, quindi lo scenario che ha caratterizzato la vicenda di Jason Chen (l’editor di Gizmodo cui è stata perquisita casa) non dovrebbe essere replicato.
In California invece la vicenda starebbe assumendo tinte ancora più fosche: la polizia ha identificato il misterioso personaggio che per 5mila dollari ha ceduto a Chen il prototipo. Una volta interrogato, le autorità non sono riuscite a chiarire la provenienza dell’esemplare.
Nonostante l’identità dell’uomo non sia stata resa nota, Wired , citando una fonte giudicata attendibile, riferisce che si tratterebbe di un giovane residente nella Silicon Valley che nei giorni precedenti lo scoop avrebbe ricevuto la visita di alcuni uomini dichiaratisi emissari di Apple che volevano perquisire il suo appartamento. Essendo stati tuttavia accolti dal coinquilino questi personaggi avrebbero rinunciato.
Secondo quanto riferito da Wired , l’uomo avrebbe immediatamente cercato di restituire il dispositivo a Apple ma per qualche ragione questo tentativo si sarebbe rivelato vano, da qui la sceltà di provare il “colpaccio” proponendo il prototipo a Engadget , Gizmodo e lo stesso Wired .
Stephen Wagstaffe, il vice procuratore della contea di San Mateo che è risalito all’identità di colui che era entrato in possesso di iPhone 4G, ha dichiarato che non è stato possibile ricostruire la successione di eventi servendosi solamente delle informazioni acquisite dall’interrogatorio. Sempre dal punto di vista legale, gli avvocati di Gawker continuano a richiedere l’applicazione della Shield Protection Law , la legge che per il momento ha sortito l’effetto di congelare le ricerche sui computer sequestrati a Chen in attesa che venga fatta chiarezza. Wagstaffe dal canto suo non ha esitato a ribadire la completa legittimità della perquisizione portata a termine nei giorni scorsi.
Allo stato attuale, dunque, le autorità non hanno ancora incriminato nessuno e starebbero solamente indagando sulla vicenda a seguito di una formale denuncia di furto depositata da Apple : la situazione dovrebbe restare immutata almeno fino a quando non verrà raccontata tutta la storia che ha portato un iPhone 4G non funzionante dagli uffici di Cupertino a casa di Jason Chen.
Giorgio Pontico