Due accordi per rimescolare le carte, due accordi che riporteranno le tecnologie e il marchio Nokia sul mercato degli smartphone: Microsoft ha ceduto a Foxconn la divisione feature phone acquisita da Nokia nel 2014, mentre Nokia si è riguadagnata la possibilità far fruttare il proprio brand e le proprie tecnologie, e ha scelto di affidarle a HMD Global, azienda finlandese costituita da ex-Nokia e ex-Microsoft allo scopo di dare vita a una nuova generazione di dispositivi commercializzati con il glorioso marchio.
Come si si attendeva da tempo, le pedine sono state mosse sullo scacchiere del mercato. Microsoft , che con l’ultima importante decisione dell’ex CEO Ballmer aveva acquisito Nokia nel 2014, si è trovata a doversi confrontare con un mercato sempre meno ricettivo: da tempo ha deposto quasi completamente il marchio Nokia, ha pesantemente ridimensionato il personale dell’azienda acquisita e operato una sostanziale riorganizzazione aziendale che alla divisione mobile dedica sempre meno risorse. I numeri, d’altro canto, restituiscono un quadro poco incoraggiante per il versante mobile dell’azienda, che ha scelto di incanalare anche questa divisione nel calderone Windows, investendo sempre di più su servizi multipiattaforma piuttosto che puntare su hardware e sistema operativo.
L’ annuncio della cessione della sezione feature phone, dunque, non soprende. Come non sorprende l’interlocutore di Redmond: si tratta di Foxconn , altresì nota come Hon Hai, colosso taiwanese pingue di denari e famelico di acquisizioni . FIH Mobile , sussidiaria di Foxconn, oltre Microsoft Mobile Vietnam e ai suoi impianti di produzione, si accaparra ora parte degli asset Microsoft relativi ai feature phone: dal software ai servizi, dalla rete di assistenza ai contratti di fornitura e di approvvigionamento in atto. La cifra della transazione è pari a 350 milioni di dollari , la conclusione dell’acquisizione si prevede entro la seconda metà 2016.
E mentre Microsoft si scrolla di dosso un marchio ormai divenuto troppo pesante, Nokia si prepara a tornare a metterlo a frutto. Contemporaneamente alla comunicazione del passaggio di proprietà deciso da Redmond, l’azienda finlandese ha annunciato l’ atteso ritorno sul mercato del proprio brand. Avverrà con la mediazione della neocostituita HMD Global , sotto la guida di Arto Nummela, veterano Nokia che ha seguito l’azienda nel trasferimento a Microsoft e che ora si è incaricato del suo rilancio.
Ad aver ostacolato fino a questo momento il riaffacciarsi di Nokia nell’ambito in cui ha fatto la storia c’erano gli accordi di licenza sul brand stipulati con Micrsoft: pur non investendo i tablet, ambito nel quale Nokia ha sperimentato con N1 , nel contratto firmato nel 2014 Redmond si riservava l’uso esclusivo del brand sugli smartphone fino alla fine del 2016 e fino al 2026 per i feature phone. La cessione a Foxconn, però, ha ridiscusso tutto: parallelamente all’operazione, HMD si è accaparrata da Microsoft fino al 2024 i diritti sul trademark Nokia per i feature phone e i diritti relativi al design, mentre da Nokia ha ottenuto in licenza l’ esclusiva sul brand per gli smartphone e i tablet per i prossimi 10 anni, nonché le licenze per gli standard indispensabili per dare vita ai prodotti. Investirà nei prossimi tre anni 500 milioni di dollari per vincere la propria scommessa.
A chiudere il cerchio c’è dunque l’ accordo stipulato tra HMD, FIH e Nokia Technologies , divisione del colosso finaldese che si occupa di ricerca e della gestione della proprietà intellettuale, che non ha mai rinunciato a portare avanti le proprie operazioni di sperimentazione in ambito mobile. Le tre aziende hanno firmato con l’obiettivo di ricostruire un business marchiato Nokia per la telefonia mobile e i tablet : HMD si occuperà delle vendite, del marketing e della distribuzione, FIH gestirà la produzione, Nokia animerà il progetto con le tecnologie, oltre ad ammantarle con il proprio marchio, in cambio delle royalty.
Nokia, per contare sulla familiarità degli utenti, su un nutrito ecosistema di applicazioni e sull’entusiasmo dei relativi sviluppatori, tornerà a farsi rappresentare da Android , dopo la breve parentesi aperta nel 2014 e subito chiusa da Redmond.
Microsoft, dal canto suo, si è alleggerita di quel che rappresentava un peso nel contesto del suo nuovo corso. Se è vero che le strategie mobile di Redmond sono sempre più funzionali a trascinare utenti di piattaforme mobile concorrenti verso i propri servizi, resi sempre più trasversali, Microsoft assicura di continuare credere in Windows 10 Mobile e nel suo sviluppo. Meno chiaro è il futuro del brand Lumia : l’azienda si è limitata a riferire della propria intenzione di “supportare i dispositivi Lumia come Lumia 650, Lumia 950 e Lumia 950 XL”, oltre che i dispositivi prodotti dagli OEM come Acer, Alcatel, HP, Trinity e VAIO, senza però fare accenno a nuovi prodotti in programma.
Gaia Bottà