Nessuno si aspettava dati entusiastici, l’onda lunga di un 2008 difficile per tutti i costruttori cui sono seguiti tagli e licenziamenti scoraggiava ogni aspettativa. Normale quindi rivolgere lo sguardo all’azienda leader della telefonia mobile in attesa dei risultati fiscali del primo trimestre di quest’anno. Solo il giorno prima gli analisti prevedevano un calo fisiologico che portasse i guadagni netti a 12.6 miliardi di dollari con un calo delle vendite del 20%. Se queste ultime sono scese di “solo” il 27% su base annua, i profitti netti hanno fatto registrare un tonfo del 90% giù fino a 122 milioni di euro (161 in dollari).
Olli-Pekka Kallasvuo, CEO dell’azienda finlandese, oltre che alla crisi globale e al ridimensionamento degli acquisti post-natalizio, attribuisce una frenata così brusca al tentativo di operatori e distributori di liberare in fretta i magazzini dai modelli di telefoni in loro possesso evitando al contempo di acquistarne grossi stock sovrapponendosi così alla naturale contrazione dei consumi voluttuari. Infatti le cifre contabilizzate da Nokia riguardano i telefoni ceduti alle aziende di telecomunicazione e non coprono la rivendita a opera di queste ultime ai loro clienti.
Non tutto il male vien per nuocere e Kallasvuo si aspetta una nuova ondata di ordini a seguito di tali “pulizie di primavera”. E aggiunge che “In un ambiente eccezionalmente ostile continuiamo a investire in maniera focalizzata in servizi Internet di genere consumer forniti attraverso un ampio spettro di dispositivi mobili. Queste soluzioni, combinate, guideranno la nostra futura crescita. Ad esempio in questo trimestre sono in particolar modo soddisfatto della performance del nostro primo prodotto di massa basato su tecnologia touch, il Nokia 5800 XpressMusic”.
L’azienda finlandese si affida dunque al 5800 come traino per ripartire, sebbene nelle note in calce al resoconto si rilevi come il mercato abbia premiato i telefoni di fascia bassa lasciando spesso sullo scaffale la serie “N” (in parte anche colpa, o merito, della concorrenza dell’iPhone nello stesso segmento). Nokia esclude inoltre grossi stravolgimenti nei numeri del prossimo report, se non per un lieve miglioramento nelle vendite di cellulari, continuando a mirare a un taglio delle sue spese di gestione (chiusura di alcuni stabilimenti e centri di ricerca come preannunciato tempo fa, ndr) portandole sotto la soglia dei sei miliardi di euro entro la fine del 2010.
Le perdite accumulate dalle altre divisioni del colosso nordico quali Navteq e Nokia-Siemens Networks complicano una situazione non facile, eppure le Borse europee sono convinte che per Nokia il peggio sia ormai passato: la premiano con un balzo in avanti del 10% nel suo valore azionario. Tutto dipende da come gestirà questa impegnativa fase di transizione, a cominciare dal nuovo Ovi Store.
Fabrizio Bartoloni
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