Recensire un libro non è mai facile, prima di tutto perché bisogna leggerlo tutto, anche con attenzione, e poi perché un libro parla a ogni lettore in modo diverso e pensare di sintetizzarlo conto terzi è decisamente un azzardo.
In questo caso il tutto è aggravato dal fatto che gli amici di Punto Informatico mi hanno chiesto di recensire il nuovo libro di Mafe de Baggis e – beh – Mafe de Baggis sono io.
È evidente che non posso parlarne bene, ma è altrettanto chiaro che faccio fatica a parlarne male. Avendolo scritto in teoria non dovrei rileggerlo; in teoria. In pratica appena l’ho avuto tra le mani stampato ho ricominciato a leggerlo dall’inizio e l’ho finito in un paio d’ore: ecco, mi è piaciuto, anche se ovviamente l’ho trovato pieno di cose che avrei potuto pensare e scrivere meglio.
Si chiama World Wide We , che vuol dire “il noi grande come il mondo”: l’idea di usare “we” come sinonimo di “web” è di Paolo Iabichino , che ha scritto anche la prefazione, e io l’ho amata a prima vista.
Potete anche non leggerlo, il libro, perché il senso è tutto qui: Internet ci ha aiutati a pensare e agire in termini collaborativi e non competitivi. Abbiamo una possibilità, e possiamo o approfittarne o sprecarla. Possiamo approfittarne per esempio per non concentrare tutti i nostri sforzi nel fregare i clienti, se siamo un’azienda: possiamo provare a collaborare con loro e scoprire che così facendo vendiamo e guadagniamo di più, non di meno.
Possiamo approfittarne per rendere il lavoro più piacevole, veloce e produttivo, per godere della compagnia dei nostri amici anche quando sono lontani, per trovare le idee dove sono invece che pagare perché qualcuno si sieda a una scrivania e pensi senza neanche poter andare a fare un giro al parco se vuole.
Certo, possiamo sprecare tutto questo. Possiamo usare i social network per aggredire e litigare, possiamo falsificare i pareri sui prodotti in vendita, possiamo controllare ogni secondo della vita che le persone passano in un ufficio, possiamo brevettare anche il respiro altrui, non si sa mai torni utile.
World Wide We non è un libro su Internet, sui social media o sul marketing che si sta suicidando: è un libro su come sono cambiate le persone che vivono anche online e su come le aziende devono evolvere per tenere il passo con loro.
A me è piaciuto scriverlo, spero che a voi piaccia leggerlo.
PS: nel libro troverete molte cose scritte anche qui, rivedute e aggiornate; ringrazio ancora Punto Informatico per avermi permesso di ripubblicarle
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