“Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, sempre pietre in faccia prenderai.” Così cantava Antoine negli anni ’60 e se la riscrivesse oggi potrebbe tranquillamente dedicarla a qualunque personaggio famoso osi affacciarsi su un social network e attirare l’attenzione (e se non lo fa, peggio).
Se non sei su un socialcoso (termine tecnico di cazzeggio per dire “social network”), ti tirano le pietre. Se sei su un socialcoso e non sei social, ti tirano le pietre. Se sei su un socialcoso e sei social e sei simpatico e gli altri cazzeggiano con te non solo perché sei famoso, ma perché sei simpatico, qualcuno che ti tira le pietre lo trovi comunque.
Vediamo un caso specifico. Qualche giorno fa Luca Bizzarri (Le iene, Camera Cafè) si iscrive a Friendfeed , pare su suggerimento di Gianluca Neri. Fa quello che facciamo tutti: aggrega Twitter e Facebook, un po’ cazzeggia un po’ sparisce (per fortuna l’always on è un modo di dire in cui “always” non vuol dire proprio “always”), scrive frequentemente, a volte risponde. È simpatico, oggettivamente, non in maniera pensata, progettata e scritta, è simpatico da socialcoso.
Accusa #1: non sei veramente tu
Se un personaggio famoso arriva su un socialcoso e scrive, non è veramente lui. È una specie di teorema, spesso basato sui fatti, ma è comunque un a priori: se sei famoso e cazzeggi su Facebook, hai pagato qualcuno per farlo. Perché? Perchè fa figo, perché il tuo consulente d’immagine ti ha detto di farlo, perché stai per lanciare un libro, perché la tua popolarità è in calo, boh. Non è previsto che tu ne abbia voglia, per curiosità, perché hai conosciuto qualcuno che ti sta simpatico o che ti piace che è lì, perché ti va.
Accusa #2: sconvolgi i ritmi naturali
Il personaggio famoso che è veramente lui (o è straordinariamente ben consigliato) e che ha un umorismo perfettamente compatibile con il cazzeggio da socialcoso che fa? Lancia – involontariamente – un meme postando questa foto:
Il risultato è raccolto da Cartello Bizzarro , un sito messo su a tempo di record da Nicola Greco . Nicola riesce anche a legare l’iniziativa a un’altra lanciata lo stesso giorno e oscurata dal cazzeggio assoluto nato intorno a Bizzarri: il Nastro Giallo di Terres des Hommes, promosso per raccogliere fondi per le vittime della tortura.
E le pietre, dove sono? Nel fatto che si sia riusciti comunque a trovare da ridire, perché Bizzarri ha invaso lo stream di tutti a furia di like e di commenti dei tuoi amici, perché mi si nota di più se faccio amicizia con la star o se la ignoro, perché “basta che uno famoso dia un po’ di retta e tutti intorno a far la ola”, perché, in una parola, se uno è famoso non può registrarsi con la sua vera identità e far casino come tutti gli altri.
Siamo arrivati al punto che qualcuno ha scritto un post , abbastanza pomposo, spiegando i “Motivi per non seguire Luca Bizzarri su FriendFeed” e rilevando che “Comprensibilmente non poche persone, inizialmente divertite da questa iniziativa, si sono sentite infastidite da questa intrusione nella normalità dei loro flussi, ora profondamente alterati”. Potete immaginare le reazioni quando Bizzarri il giorno dopo ha scritto che questa frase “mi ha sconvolto la giornata. Quindi chiedo scusa”. È – ovviamente – partito un nuovo tormentone sui flussi alterati.
Non ci resta che chiederci, noi, se davvero i socialcosi sono così democratici come ci piace pensarli.
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