Come presentare al pubblico un mobile social network nel 2008? Con un mix abbastanza ben congegnato di presenze ufficiali, un esperto di richiamo come David Weinberger e la possibilità modello barcamp di autocandidarsi per intervenire. L’ha fatto Buongiorno al Naba di Milano per presentare Blinko , una nuova piattaforma che permette di gestire la propria presenza online da web e dal cellulare, gestendo status update (tipo Twitter), lista di amici e instant messenger.
Blinko, per ora in beta chiusa, punta al mercato internazionale (è in inglese) e guadagnerà dalla vendita di musica e video in revenue sharing con gli operatori di telefonia mobile, mercato in cui Buongiorno si muove da anni. Proprio conoscendo la storia di Buongiorno, fa una discreta impressione vedere una società in passato molto discussa per i metodi non proprio ortodossi muoversi correttamente, cercando il consenso dal basso e aprendosi al dialogo in modo così netto e rischioso. Interessante anche dal punto di vista del prodotto: passare dal direct marketing via mail e dalla vendita di prodotti di basso profilo come loghi e suonerie a una piattaforma di interazione orizzontale è sicuramente un segnale forte per il mercato, per i clienti e anche per gli inserzionisti. Segnale confermato anche dal nuovo codice di condotta varato proprio in questi giorni dalla Mobile Marketing Association , che prevede l’obbligo dell’opt-in per ricevere sms di marketing e soprattutto regole più chiare per l’acquisto e la cancellazione da abbonamenti a contenuti a pagamento.
Tornando alla giornata di presentazione, non so dire se siamo riusciti a rispondere alla domanda “Why Mobile Social Networking matters” (Perché le reti sociali su cellulare sono importanti); considero l’estensione delle funzionalità di community e social network sul cellulare un’evoluzione inevitabile e naturale del modo in cui interagiamo via Internet, qualcosa che dipende molto di più dalle tariffe telefoniche che dal perché e come farlo.
Interessante che Weinberger abbia impostato il suo discorso a partire dall’impossibilità di prevedere il modo in cui le persone usano gli ambienti, reali o digitali che siano: lui lo definisce “elevator effect”. A mio parere proprio l’imprevedibilità delle interazioni sociali possibili a partire da un numero anche limitato di persone è la risposta a quanti si chiedano se e come possa sopravvivere un nuovo – l’ennesimo – social network: è chi lo abita e lo frequenta che fa la differenza, purché le funzionalità siano abilitanti, veloci, non vincolanti. E ancora sono sempre più convinta che sia l’imprevedibilità dei comportamenti umani a rendere difficilissimo per le aziende un uso intelligente della rete: la comunicazione aziendale per funzionare deve poter contare sul controllo assoluto anche dei più piccoli particolari.
Questo ha senso quando lo scopo della comunicazione è farsi ricordare: in rete, dove lo scopo è farsi trovare quando qualcuno cerca qualcosa che vendi (non il tuo “brand”, ma il tuo prodotto) il controllo della situazione passa in secondo piano e conta molto di più la velocità, la pervasività, in sintesi la tua capacità di esserci quando serve ai tuoi clienti (e non quando decidi tu di parlare).
PS: Se volete provare Blinko il codice di invito segreto è 11172 (mi raccomando, non ditelo a nessuno;-)
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