Non è facile tenere il conto degli attacchi informatici subiti da Sony in questo periodo nero, visto che ogni giorno esplode una nuova bomba o emergono nuovi dettagli su falle di sicurezza già tamponate. I siti web della multinazionale nipponica stanno cadendo uno ad uno, sotto i colpi dei cracker, e il PlayStation Network ancora non è tornato completamente online.
Dopo le lamentele del Senato USA e dalla Commissione europea, anche la città cinese di Tapei
pretende chiarimenti sull’attacco al PSN avvenuto il mese scorso, ed esige garanzie future per la privacy dei propri abitanti. Negli USA Sony ha appena avviato un apposito programma di protezione anti-frode .
Nel frattempo, gli instancabili incursori hanno colpito anche lo store online canadese della joint-venture Sony Ericsson , per mettere le mani sui dati sensibili di 2mila account. I record trafugati includono nomi, indirizzi email e password personali. Il gruppo hacker libanese che ha rivendicato l’attacco ha precisato di non aver toccato i dati riferiti alle carte di credito. Lo scopo riferito, anche in questo caso, era solo quello di umiliare Sony.
Intrusioni non autorizzate sono state individuate anche in alcuni servizi tailandesi e indonesiani dell’azienda. In entrambi i casi si parla di insidie legate al phishing, con
pagine web compromesse e modificate ad hoc per inviare email truffaldine. Quella che sembrava una vendetta legata soltanto al settore delle console videoludiche, si è ormai allargata ad altri business dello storico marchio.
Roberto Pulito