Scrive Paolo B.: “Caro Punto Informatico, forse non è una novità, ma questi giorni ho notato una cosa interessante. Se voi prendete il generico indirizzo di una università italiana, es. www.unipd.it o www.unive.it e togliete la i di “uni” andrete inevitabilmente a un sito sul genere hard che tenta di installare dialer ed altro.
Apparentemente la stessa cosa succede per molte università italiane (es. bologna, milano, ecc)”.
È un fenomeno che si conosceva e che si è esteso. “Anche Libero – scrive Paolo – ha lo stesso problema, provate a togliere la “i” di Libero”. Tutti domini estremamente simili ad altri domini molto noti, che incanalano il traffico su un sito che propone dialer.
Paolo: “Saltare una i scrivendo l’indirizzo della propria università è un attimo, considerate poi il numero di volte che viene scritto quell’indirizzo, considerate inoltre quanti studenti lo fanno da casa, e quanti studenti grazie alle felice politica delle nostre Telecom devono ancora ricorrere al classico modem e quindi sono esposti all’utilizzo dei dialer.
Ma le considerazioni possono aumentare, considerando che magari il PC è pure usato da minori, o che semplicemente che la prima pagina che mio figlio vede quando si siede davanti a un PC sia di tale tipo, non mi entusiasma per niente per quanto liberale possa essere come genitore o nelle mie convinzioni”.
Ecco, no, non è entusiasmante. Ma le università che dicono?
– Le regole sulla registrazione di domini italiani sono qui in pdf. Sarebbe utile probabilmente dare una scorsa all’art. 16 comma 7.