Firmano dall’Argentina, dalla Spagna, dalla Russia e dall’India: sono i poco più di 7mila utenti che mentre scriviamo hanno sottoscritto una singolare petizione anti-Open XML . In particolare, i firmatari ritengono che l’imminente approvazione dello standard documentale Microsoft Open XML da parte di ISO sia una iattura da evitare.
La petizione chiede che Open XML – già riconosciuto come standard ECMA , destinato a girare anche su sistemi non Windows, pronto ad accedere a Open Office – venga bocciato in quanto ISO ha già approvato come standard documentale ODF (Open Document Format) e “un doppio standard aggiunge costi, incertezza e confusione per l’industria, il governo e i cittadini”.
I sostenitori della petizione dichiarano anche che la documentazione fornita con Open XML non sia sufficiente , che il 10 per cento degli esempi menzionati nella proposta di standard depositata da Microsoft all’ISO “non sono validati come XML” e che non ci siano garanzie che chiunque possa scrivere un software che implementi totalmente o parzialmente Open XML senza venire denunciato da Microsoft o senza che Microsoft chieda in cambio delle royalty. Inoltre vi sarebbero dei conflitti con standard ISO già approvati, nonché un bug che impedirebbe l’uso di qualsiasi data antecedente al 1900 nel formato del foglio di calcolo. Ad aggravare la cosa, secondo i firmatari, il fatto che questa proposta di standard non sia stata il frutto di esperienze comuni di tutte le parti interessate (produttori, rivenditori, acquirenti, utenti ed enti regolatori) “ma della sola Microsoft”.
Va detto che in fase di elaborazione dello standard ECMA, Open XML è stato ampiamente rivisto da esperti di British Library, della Biblioteca del Congresso americana e di numerose aziende concorrenti di Microsoft, che lo hanno aggiornato in ragione di una maggiore interoperabilità e di un suo sostanziale svincolo da piattaforme proprietarie .
Ad ogni modo, le critiche della petizione, maggiormente dettagliate a questa pagina , sono già state prese in considerazione in sede ISO. Di alcuni di esse si è parlato anche lo scorso marzo, quando 19 dei 30 stati che avevano partecipato alla prima fase di valutazione del formato Microsoft avevano sollevato obiezioni, salvo poi votare a favore di Open XML , tanto che il formato viene considerato ormai avviato alla formalizzazione in standard. Per ora, “contro” Open XML è solo un gruppetto di paesi.