Non si ferma l’ondata di attacchi che, nell’ultima settimana, ha visto il gruppo filorusso NoName (per intero NoName057(16)) prendere di mira le realtà italiane. Nel fine settimana è toccato, di nuovo, alle banche e alle telco. Del fenomeno abbiamo già scritto nei giorni scorsi, prima in relazione ad alcuni problemi lamentati dai clienti di Intesa Sanpaolo, poi per fornire un quadro più completo non appena emersi nuovi dettagli.
Altri attacchi di NoName a banche e telco italiane
Tra le ultime rivendicazioni del collettivo (in ordine cronologico inverso), giunte come sempre via Telegram, ci sono quelle che si attribuiscono la responsabilità di aver messo fuori uso le risorse di BPER Banca, Banca Popolare di Bari, Monte dei Paschi di Siena, Iliad, Coop Voce, PosteMobile e Banca Popolare di Bari. Non solo, nel mirino sono finiti anche i siti di Assemblea Regionale Siciliana, ATAP e Comune di Palermo.
Di nuovo, si tratta principalmente di azioni DDoS, il cui obiettivo è quello di rendere inaccessibili i portali e che, talvolta, si traducono in un impatto anche sull’erogazione dei servizi. Alcune delle aziende colpite hanno fatto ricorso al geolocking per mitigarne gli effetti, consentendo dunque la connessione esclusivamente da un’area geografica specifica, in questo caso dall’Italia.
Nella giornata di venerdì, il canale Telegram di NoName057(16) ha inoltre comunicato di aver abbattuto il sito personale di Giorgia Meloni (non quello istituzionale). Nell’occasione, ha citato la diatriba legale tra la premier e Brian Molko, inerente alle parole pronunciate dal cantante dei Placebo sul palco di un concerto a Torino (fascista, razzista e nazista
).
Nel post, datato 4 agosto, si fa nuovamente riferimento alla guerra tra Russia e Ucraina, nello specifico al supporto garantito dal nostro paese a Kiev. Come scritto in apertura, il gruppo sceglie i propri obiettivi principalmente negli stati che hanno preso posizione contro la causa russa.
Aggiornamento (07/08/2023, 18.03): dopo l’Italia, il gruppo NoName057(16) ha messo nel proprio mirino l’Olanda, sempre con riferimento all’appoggio fornito all’Ucraina. Colpite, tra le altre, le risorse della Dutch Public Transport Association e dell’aeroporto di Maastricht Aquisgrana.