Il sito di Giorgia Meloni (quello personale, non istituzionale) è finito nuovamente nel mirino degli attacchi DDoS sferrati dal gruppo filorusso NoName, come già accaduto a inizio agosto. Si tratta di un’azione messa in campo a partire da questa mattina, conseguente ai nuovi colloqui tra il primo ministro e il presidente ucraino Zelensky, in merito all’ipotesi di introdurre nuove sanzioni nei confronti di Mosca.
Attacchi DDoS all’Italia da NoName: i siti nel mirino
Non si tratta del solo portale contro cui si è scagliato il collettivo. Oltre a giorgiameloni.it ci sono anche diversi indirizzi che fanno capo all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il sito della Consob e quelli di AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) e Associazione Intermediari Mercati Finanziari. Quest’ultimo risulta ancora irraggiungibile nel momento in cui è scritto e pubblicato questo articolo, gli altri sono tornati a funzionare normalmente. Lo screenshot qui sotto è tratto dal canale Telegram del gruppo.
Dal primo pomeriggio è toccato poi al Porto di Trieste (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Porti di Trieste e Monfalcone), al Porto di Taranto (Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, Porto di Taranto) e al sito di Sinfomar che si occupa della gestione del traffico navale.
Allentata la presa sulle risorse italiane, NoName è tornata a prendere di mira quelle istituzionali dell’Ucraina, proseguendo così nella propria cyberwar che prosegue da ormai lungo tempo.
Il nome completo del gruppo è NoName057(16). È attivo dal marzo 2022, dunque da poco dopo l’inizio della guerra che da ormai un anno e mezzo sta interessando il territorio ucraino. Tra i paesi colpiti, oltre al nostro, anche Lettonia, Lituania, Estonia, Stati Uniti, Danimarca, Germania, Norvegia, Polonia, Finlandia, Repubblica Ceca, Islanda e Olanda. In alcuni casi, il malfunzionamento dei siti si traduce in disservizi e perdite economiche.