ChatGPT e gli altri chatbot (proprio in queste ore Google Bard fa il suo debutto in Italia) sono in qualche modo entrati a gamba tesa nella nostra quotidianità, ma non per tutti nutrire fiducia in questa nuova tipologia di servizi IA è cosa semplice o naturale: una questione esaminata da NordVPN attraverso una ricerca condotta nel mese di giugno oltreoceano coinvolgendo oltre un migliaia di cittadini americani di età compresa tra 18 e 65 anni. Ecco come è andata.
ChatGPT e la fiducia degli americani: la ricerca di NordVPN
Ne è emerso che il 21% si affida allo strumento di OpenAI con regolarità per il lavoro o per altre finalità, il 7% lo ha solo provato qualche volta, il 21% ne è a conoscenza senza però averne mai sperimentato le potenzialità e il 51% nemmeno sa cosa sia. È però un altro il dato più interessante, a nostro parere, ovvero quello che evidenzia ciò che le persone pensano in merito alle implicazioni sul fronte della privacy. Il risultato è raffigurato nel grafico seguente.
In breve, il 67% si fida delle modalità di trattamento dei dati trasmessi a ChatGPT definite da OpenAI, la società che gestisce il progetto. Il 10% la pensa invece diversamente, mentre il restante 23% ha scelto di non esprimere un’opinione su questo aspetto. In Italia, con tutta probabilità, le percentuali sarebbero differenti, in considerazione di quanto accaduto nei mesi scorsi con l’intervento dell’autorità nostrana che ha imposto l’introduzione di cambiamenti e accorgimenti dedicati.
Per saperne di più e per conoscere gli altri dettagli relativi ai risultati della ricerca (che esamina anche il problema delle risposte errate e delle cosiddette allucinazioni IA) rimandiamo alla consultazione del blogpost di NordVPN raggiungibile attraverso il link riportato a fondo articolo.